f5f1715d-b833-4f77-9c0e-e862ce3a78d9PIPE AND BREAD (speciale Wailing Souls)

In occasione della tappa salentina del tour lancio del Rototom 2016, abbiamo raccolto la testimonianza di uno tra più intensi gruppi della roots music: i Wailing Souls. Vi riproponiamo le loro parole in mezzo alla consueta carrellata di pezzoni e brand new!

 

 

R&D Vibes intervista Lloyd ‘Bread’ McDonald & Winston ‘Pipe’ Matthews aka THE WAILING SOULS

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1a) Wailing Souls e il Rototom Sunsplash. L’ultima volta che vi ho visti è stato proprio a Benicassim, nel 2012…

Si, nel 2012: quella fu la nostra prima volta al Rototom Sunsplash, poi ci tornammo nel 2014.

 

1b) Fu un gran bel concerto, come quello di oggi del resto. Non mi avete fatto Bredda Gravalicious però…

(ridono) Hai ragione! E dire che era prevista in scaletta, ma non abbiamo avuto abbastanza tempo.

 

 

2) Dunque, voi siete una pietra miliare della musica Reggae, suonate insieme dagli inizi degli anni ’60 e posso solo immaginare come la musica possa essere una parte enorme delle vostre vite. Per questo mi interessa sapere meglio che rapporto avete con la musica, com’è cambiato durante tutto questo tempo e se qualcosa ancora si evolve in esso, se c’è ancora qualcosa da esplorare per voi.

Assolutamente: abbiamo ancora tante cose da sistemare, da migliorare, tanti obiettivi da raggiungere, un Grammy da vincere, un album da completare e magari da aggiungere alla coppia di dischi d’oro che già abbiamo. Ma soprattutto c’è ancora un sacco di gente che vogliamo raggiungere con la nostra musica, ad esempio un altro obiettivo sarebbe quello di esibirci in Africa: siamo andati in Oriente, in Europa persino in Australia ma vorremmo assolutamente fare un concerto in Africa, non ne abbiamo mai avuto la possibilità e sarebbe stupendo riuscire a portare la nostra musica lì. Questo è un altro grande obiettivo da raggiungere, perchè la musica che facciamo è musica per il mondo, non facciamo musica per un posto solo, ad esempio per il nostro paese. Siamo dei messaggeri, e in quanto tali abbiamo il dovere di portare il messaggio in ogni angolo del mondo, perchè in ogni angolo del mondo c’è gente che soffre, che si lamenta, che affronta ogni tipo di tragedie nella propria vita, e noi siamo qui per ricordare loro di avere fede, speranza e magari regalare un momento di gioia, di felicità attraverso la musica.

 

 

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3) E difatti voi siete strenui paladini del messaggio all’interno della musica: la musica è il messaggio. Per questo volevo chiedervi: se dovesse scegliere una delle vostre canzoni come simbolo di questo concetto, da poter spiegare al pubblico italiano, quale scegliereste?

Guarda, ne abbiamo appena fatta una sul palco ed è Kingdom rise and kingdom fall. E’ una canzone con cui vorremmo influenzare la Terra, e quella influenza è qui perché come ti dicevo le nostre canzoni sono messaggi verso la gente, su quanto succede ai nostri giorni e in quelli a venire. E poi anche l’ultima che vi abbiamo suonato che è Shark Attack, in cui parliamo di un nuovo ordine mondiale, giusto? In questo momento siamo di fronte a un nuovo ordine mondiale, tutto il pianeta lo è. Un altro nostro pezzo dico “War in the east, war in the east, oh rumours of war”, ci sono guerre a destra e manca, non usciremo mai da queste guerre causate dall’odio, dalle gelosie,  dall’avidità. Noi chiediamo amore ma non c’è amore: se ci fosse più amore non ci sarebbe guerra ma pace continua ed eterna. E questo è il grido che vogliamo far sentire, un grido mai sentito prima d’ora, un grido di libertà. Ma non una libertà individuale, solo per me o per te, ma universale, per tutti e in tutti i sensi della parola. Libertà da ogni tipo di schiavitù, che ci consenta di considerarci semplicemente degli esseri umani. Libertà da ogni tipo di lavaggio del cervello, perpetrato dalle classi sociali più ricche e che mette le povere genti le une contro le altre, riempiendole di odio. E questo è un dato di fatto: si cerca di dividere le genti per poterle controllare meglio.

 

 

4) “To divide and rule”… dividere per governare….

“Divide and Rule”, è esattamente l’altra canzone che volevamo citare. Quindi, quello che ti voglio far capire è che personalmente noi crediamo di aver ricevuto un regalo dall’Onnipotente e quel regalo lo vogliamo trasferire alla gente attraverso il messaggio della nostra musica. Sapete, noi veniamo dalla Jamaica che è una piccola isola che nel tempo ha prodotto della musica che è riuscita ad aprirsi al mondo, per cui è come se fossimo dei “prescelti” per compiere questa missione. Un sacco di gente ci chiede: “Ma chi ve lo fa fare a continuare a fare musica alla vostra età?”. La risposta è perchè anzitutto abbiamo provato a studiare la legge, la legge del Signore e non la legge della terra, bada, perchè su questa terra non vi è giustizia. Ed essa consiste in due parole: rettitudine e bontà. Per tutti. Ed è per questo che tu non trovi pace, felicità, gioia e armonia tra la gente: perchè la giustizia non funziona.

 

 

5) Torniamo un attimo indietro nel tempo agli inizi della vostra carriera. Voi avete esordito con due mostri sacri della musica giamaicana: Joe Higgs e Prince Buster. Ci fate un breve ritratto di entrambi?

Bene, Joe è stato un maestro per noi, anzi di più: un mentore. Ci ha introdotto nel mondo della musica, la prima cosa che ci ha insegnato è di saper distinguere la musica dal business che le gira attorno. In secondo luogo, ci ha insegnato a costruire delle buone armonie, a metterle insieme, ci ha insegnato a scrivere e a registrare delle canzoni, a proteggerle cosicchè nessuno ce le potesse rubare con quello che lui chiamava “diritto di nascita” della canzone. Ci ha dato un grande, un grandissimo aiuto, ma in definitiva ha fatto il suo dovere. Un giorno mi guardò e disse: “Bread, so che non fa parte dei tuoi doveri, ma mi sentirei davvero gratificato se gente come te e Pipe, come Bob Marley, Jimmy Cliff andassero in giro a parlare di me”. In quel momento gli risposi “Ok Joe, ma non capisco perchè dovremmo parlare di te ovunque andiamo”. Ok, ora non mi va di parlare male di una persona che non c’è più, ma a volte prometteva e non ci pagava, parlava di bellezza, di arte, d’amore ma poi quello che gli interessava era che le canzoni raggiungessero le vette delle classifiche. Ma è stato comunque un onore lavorare con una persona come lui, di cui continuiamo a parlare anche adesso che non c’è più, perchè gli onori che ti sono stati dati dagli uomini ti possono essere portati via. Ma gli onori che ti ha concesso il Signore non te li può togliere nessuno.

 

 

6) E su Prince Buster invece?

Prince è stato il mio primo producer. Quando avevo 10 anni scrissi una canzone sotto lo pseudonimo di Likkle Dilly. A quel tempo in Jamaica c’erano fondamentalmente sound clash: c’era Coxone Dodd con la Studio One, c’era Duke Reid con la Treasure Island, e poi c’era Prince Buster. Ogni diavolo di weekend bisognava uscire con delle nuove canzoni, preferibilmente dei dubplates, per non sfigurare nei sound clash. Così a un certo punto decise di affiancarmi come partner Colin Johnson, formò un duo e ci chiamò The SchoolBoys: il nome lo scelse lui, perchè eravamo ancora in età scolare. Restai con Prince Buster finché lasciò l’isola per andare a vivere nelle Bermuda; a quel punto tornammo a scuola perchè i nostri genitori spingevano affinché avessimo un’istruzione. Ci dicevano: “La musica non paga, dovete farvi un’istruzione”. Così tornammo a scuola ma contemporaneamente continuavamo a scrivere pezzi, eravamo dei “birichini”, e tutte le volte che ci veniva l’ispirazione la mettevamo nero su bianco. E quando venne a bussare un nuovo producer noi avevamo talmente tante canzoni pronte che registrammo 3 album in un giorno! E non erano affatto brutte canzoni eh, erano canzoni che poi hanno attraversato diverse epoche, che abbiamo proposto nei nostri concerti negli Stati Uniti, e oggi come allora sono canzoni per tutte le età, perché non troverai mai linguaggi osceni nei nostri testi, mai. Per questo ci sentiamo sempre come il primo giorno, abbiamo sempre pensato positivo perchè amiamo la musica, ci divertiamo a cantare, ci dà grande gioia.

 

 

7) E infatti date proprio l’impressione di divertirvi ancora come dei bambini sul palco, non sembrate affatto delle “leggende viventi” che riproducono stancamente le proprie hit davanti a un pubblico che si aspetta sempre le stesse cose.

Si si è proprio così! Amiamo stare sul palco! siamo qui per presentare la nostra musica e per fare divertire la gente. Ma voglio aggiungere una cosa: la ragione per cui penso che siamo sulla cresta dell’onda da così tanto tempo è perchè abbiamo sempre cercato di convertire la negatività in positività. Perché se pensi negativo, otterrai solo vibrazioni negative. Se pensi positivo, otterrai vibrazioni positive. E noi abbiamo sempre fatto questo, qualsiasi cosa succedesse, abbiamo scelto di fare questo e di stare dalla parte della musica. A Trenchtown, succedeva di tutto fratello mio: abbiamo avuto tanti amici che abbiamo visto a terra morire ammazzati a 13, 14 anni da colpi di pistola o per colpa di brutte malattie. E come loro anche tanti artisti che conosci pure tu, gente come Joe Higgs, gente come Peter Tosh, gli stessi Bob Marley e Jacob Miller hanno fatto una brutta fine.

 

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8a) La mia ultima domanda è relativa al vostro prossimo lavoro discografico. Circa un anno fa ha cominciato a circolare la voce che stesse preparando un nuovo album in studio con Sly & Robbie. E’ vero o è una bufala?

Ci stiamo ancora lavorando sopra. Siamo talmente tanto in giro col tour che non abbiamo proprio avuto il tempo di tornare in Jamaica, sederci e lavorare all’album. Ti dirò: appena sarà possibile sarà la prima cosa che faremo. Le canzoni già ce le abbiamo, ma considera che anche Sly & Robbie sono sempre molto impegnati, come tutti del resto.

 

8b) Quando pensate che possa uscire?

Ipotizziamo alla fine di quest’anno. Anzi, probabilmente anziché uno ne usciranno tre: sono dieci anni che non usciamo con un album e tutti ce lo state chiedendo!