antonello sotgia

Domenica 17 dicembre c’è stato al Cinema Palazzo a San Lorenzo un saluto e un abbraccio collettivo ad Antonello. In molti hanno voluto lasciare un ricordo dell’amico restituendoci un ritratto sincero ed emotivo.
Potrete riascoltare l’audio di tutti gli interventi.

Una volta hai detto che abbiamo bisogno di parole nuove per rinominare le nostre emozioni. Adesso sembra impossibile anche trovarne una sola, di parola, che possa esprimere davvero cosa sentiamo. Salutare chi ci lascia è così difficile da sembrare impossibile, ma nello sforzo che si compie per farlo, e per farlo col cuore scoperto, succede una cosa meravigliosa che ha il sapore del tutto è possibile.

Oggi Antonello ci lasci un grande vuoto, e rimaniamo cupi e increduli. Sei stato per noi un amico, un compagno sempre presente nella strada percorsa in questi anni. La tua presenza, i tuoi interventi, il tuo sguardo sulle vicende che negli anni hanno travolto e toccato la tua meravigliosa Roma, sono stati un riferimento importante per la città tutta. Un poeta che ha saputo leggere le linee di Roma, la sua luce e le su
e ombre, con sapienza e complessità.
Un esperto di architettura, che attraverso il racconto delle forme tracciate per la città, ha narrato la vita che l’abitava. E in quella narrazione non hai mai dimenticato di dare risalto e rendere protagonisti coloro che non potevano godere della bellezza di Roma, di chi non ha diritti. Di chi lotta ogni giorno per avere una casa, uno spazio a proteggerlo dal buio, e a godere della luce del sole.

Disegnare e immaginare forme diverse, dicevi, capaci di rendere giustizia a chi è schiacciato ogni giorno di più da una logica inumana basata sulla merce e sul profitto, e non invece sul coabitare, sul vivere insieme, come vicini di casa che costruiscono piccoli giardini sui terrazzi per il piacere di regalarsi un po’ di verde, di natura. Alzare lo sguardo al cielo e osservare linee e forme mai davvero viste, conoscere una realtà che si sviluppa seguendo traiettorie che vanno oltre le forme stabilite, canoniche.
Ci lasci grandi e importanti insegnamenti, suggerimenti preziosi che hanno stimolato in tutti noi una comprensione maggiore della realtà, che hanno saputo toccare corde intime e legate alla visione di un futuro che vorremmo diverso. E tante volte ce lo hai fatto vedere quel futuro, nei tuoi disegni, tra le parole dei tuoi scritti, nei tuoi sentiti ed emozionati interventi. Dove spesso hai parlato di territorio, di responsabilità, di solidarietà umana necessaria ad ogni città, per essere vissuta e abitata, per essere amata.

Di fantasia. Perchè l’immaginazione e la capacità di disegnare la realtà con la libertà propria della fantasia, come i bambini che disegnano un mondo bellissimo su fogli volanti prima che comincino a scrivere e dunque ad imparare quel linguaggio “istituzionale” che giudica e inibisce, è una ricchezza che non dev’essere perduta. Va conservata, espressa, condivisa, proprio per riuscire a costruire territori oltre i propri confini, per arrivare lì dove ancora nessuno ha pensato di arrivare, e allora forse sarà tutto possibile.

Stai pur certo che ti vedremo camminare con noi, al nostro fianco nelle nostre future lotte, e quella fantasia tenteremo in tutti i modi di tenerla stretta, a pugno chiuso.

Ciao Antonello  un abbraccio circolare a Rossella, Agostino e tutta la famiglia dalla redazione di radiosonar e dal collettivo Sans Papiers.

 


Antonello durante la registrazione dello speciale sul quartiere san giovanni  di Roma per guida alle città ribelli