Bande Dessinée – Speciale ARFestival!

«Sembrava impossibile che si potesse fare un festival di fumetto con solo il fumetto al centro.» diceva Gipi, fino ad un po’ di tempo fa « e invece…» è arrivato ARF!
Radiosonar.net ha seguito la terza edizione della kermesse romana di fumetti con l’entusiasmo di un bambino la mattina di Natale.
Con gli occhi spalancati, di fronte a cotanta meraviglia, ci siamo aggirati per gli spazi del Macro di Testaccio – sfogliano albi, parlando con gli autori, guardando le mostre e ascoltando i bellissimi talk organizzati dagli instancabili ARFieri.
Di seguito il materiale raccolto nel corso della manifestazione… a metà tra un racconto, una recensione ed un flusso di coscienza di un’entusiasta redattore della radio.

 A cura di @Agagostino

Prendiamo dei fumetti, inseriamoli in uno spazio dove un tempo si macellavano i bovini – come ricordano ganci e vasche sparse qua e la – condiamo il tutto con un sacco di persone di tutte l’età, serviamoli con accanto mostre, talk e lectio magistralis … ed ecco ARF!
Oltrepassando questo inizio culinario, alquanto banalotto (non sapevo come iniziare ndr.) ma in fin dei conti simpatico, partiamo dal punto centrale della questione: ARF è davvero un festival in cui il fumetto è al centro della manifestazione.
Permane il tutto, dalle chiacchiere che ci si scambiano negli ambienti della Pelada di Testaccio, ai dibattito organizzati nella sala subito dopo l’ingresso, ai messaggi che invio a chi sta arrivando – ma è bloccato nel traffico (o in fila) – o con chi impegnato in altre faccende è rimasto a casa.
Davvero il fumetto è ovunque!
La cosa che più delle altre lo conferma è la quantità di tavole, di portfolii, prove di inchiostrazione, disegnetti e simili, che circolavano tra le persone adette ai lavori e non, in tutti gli spazi del festival, non solo come immaginavo nell’area dedicata a ciò del JobARF!
Non so perché questa cosa mi abbia colpito cosi profondamente, ma credo che sia per il fatto che mi è sembrato di far parte tutti di una grande famiglia.
Venendo dal Comicon del mese scorso, in cui gli spazi d’incontro con gli autori erano ben diversi, temporalmente sincopati e legati alla dimensioni del firma-copie e delle file, il fatto di poter interagire in maniera più diretta e rilassata – anche grazie alla creazione della ARFist Alley (in una sua versione beta) – di certo deve aver ampliato questo senso di “presaabbene” generale.
Questo senso di divertimento diffuso, che si respirava tra gli stand delle varie case editrici e tra i pallett della SelfARF Area, ossia i banchi delle produzioni indipendenti, deve essere simile a quella che hanno provato gli autori del volume Inchiostrato Non Mescolatola sera che si sono incontrati, lo scorso Dicembre, alla Bottigliera del Pigneto.
 


Come ci spiega Antonio Fuso, il volume rappresenta l’iniziativa di solidarietà di questa edizione del festival, e proventi della sua vendita, sono devoluti internante a DynamoCamp: associazione che da anni offre programmi di Terapia Ricreativa a bambini e ragazzi dai 6 ai 17 anni, affetti da patologie gravi e croniche, alle loro famiglie e ai fratelli e sorelle sani.

Oltre alla conferenza su questo lavoro ARF! ha offerto un fitto programma di Talk sugli argomenti più disparati: dallo sport al fumetto per bambini, dal ruolo di Roma come ambientazione alle produzioni con i nuovi mezzi digitali … e poi il fumetto V.M 18 e il rapporto col cinema,fino al gran finale teologico dall’evocativo titolo: Ma Dio … c’è?
[Grazie a Geek Area è possibile riviverne alcune con i video integrali pubblicati sul loro Canale YouTube ]

Una delle più interessanti è stato, senza dubbio, quella sul Mainstream Indipendente in cui varie generazioni di autori si sono confrontati sul tema de: « L’eterna(?) lotta tra fumetto d’autore o popolare, indipendente o a grande distribuzione, per viva voce di chi si muove quotidianamente tra questi estremi contaminandoli e donando nuova linfa all’arte sequenziale.».
Riccardo Corbò, modera quindi una serie di personaggi che a suo dire « “infettano” il mainstream con la loro esperienza!»:  da Giuseppe Palumbo che da sempre ha provato a “far saltare la pentola da dentro” a Giorgio Santucci o Ratigher. Quest’ultimo, per primo, pone l’accento sul fatto che «mainstream e fumetto indipendente ormai possono convivere benissimo»; un  tema che viene ripreso anche da Rita Petruccioli che rilancia dicendo « i due mondi coesistono e l’uno non esisterebbe senza l’altro».
Interessante anche il dibattito che si è sviluppato attorno al tema dei tempi e dei modelli produttivi propri di questi “due mondi” come ricordato da Giovanni Masi, che racconta come l’organizzazione di un fumetto seriale faccia si che se tu manchi una consegna altra gente poi non può lavorare, o da S3keno per cui l’indipendenza è proprio non dipendere da nessuno.
Una menzione speciale merita anche l’incontro Oltre le mostre che ha visto gli autore delle esposizioni di quest’anno parlare del loro lavoro.
Si inizia con Sara Pichelli che con i suoi lavori ha smontato la classica impostazione supereroistica puntano più sulla potenza che sulla fisicità dei suoi personaggi
Nella mostra Grandi Poteri, infatti sono esposte «Una ragnatela di tavole originali, dagli eroi Marvel a opere più personali forse inedite al grande pubblico»

Si passa poi a Gigi Cavenago  che ci racconta molti retroscena del suo lavoro, come quella notte di Natale che ha passato a scarnificare i Beatles della copertina 366 di Dylan Dog o del suo rapporto con il disegno digitale.
Nell’esposizione Storie di fumetti, colori e altri incubi sono mostrati infatti anche inediti e prove di quest’autore il cui unico  limite alla sperimentazione, come ci racconta è « la data di consegna»!

Ci sono anche gli ospiti internazionali di questa edizione dell’ARF in mostra, con le tavole originali del Mickey by Glénat, ossia il topolino (versione 1928 con pantaloncini rossi annessi) interpretato da quattro autori francesi. Si tratta, d’altronde, di uno dei più liberi progetti editoriali della disney che nel 2014 permette a  Jacques Glénat di realizzando nuovi episodi unici disegnati da Cosey, Keramidas (su testi di Lewis Trondheim), Loisel e Tébo!
Le storie di questi autori, romantiche stravaganti e un’ po’ nostalgiche rivisitano completamente l’estetica di Topolino & Co. e donano novo slancio all’universo del Topo dalla orecchie tonde più famoso di sempre.

infine “last but not least” (anzi!) c’è la mostra di  Bianca Bagnarelli, che col suo Splinters apre la mostra tutto ricominciò con un’estate romana di Milo Manara organizzata da Arf e Comicon e aperta fino a luglio.
La disegnatrice ha avuto questo onore in quanto vincitrice del primo Premio Bartoli dedicato alle promesse del fumetto italiano. Quest’anno, invece, il premio è andato a Francesco Guarnacca (cavalier inservente) giovane disegnatore pisano del collettivo Mammaiuto (vincitore del premio PressUp per l’editoria indipendente)… chissà con chi esporrà il prossimo anno!

Ci sarebbe ancora molto da dire e da raccontare di quest’edizione dell’ARF: toccherebbe parlare delle Lectio magistrali di Milo Manara, Tanino Liberatore  e Paolo Eleuterio Serpentieri, in cui i maestri hanno disegnato dal vivo mentre si raccontavano, rispettivamente, a Carolina Cutolo, Adriano Ercolano e Luca Raffaelli; oppure delle interessantissime  Masterclass (qui il programma) ; o delle numerose esperienze d’autoproduzione che abbiamo incontrato nella Selfarea … ma lo spazio è tiranno e l’articolo non può essere infinito.

Non resta quindi altro da fare se non darci appuntamento a Bande Dessinée sulle frequenze di www.radiosonar.net ogni lunedì sera, per continuare a parlare di fumetti grazie anche alle cose imparate ad ARF e alle persone lì conosciute!