Il poeta e politico Solone scrisse, circa 2600 anni fa, che la giustizia è come la tela del ragno, trattiene gli insetti piccoli (mentre i grandi trafiggono la tela e rimangono liberi). Con queste parole si è aperta ieri la discussione sui decreti Minniti-Orlando alla Sapienza a cura di Achtung Banditen; una citazione che al termine dell’incontro, circa due ore di discussione fitta e molto interessante, pare confermare una volta di più quella che è la realtà in cui siamo immersi. Soprattutto dopo l’applicazione di questo vergognoso decreto, che è stato pensato e strutturato sulla base di una percezione di insicurezza rilevata, nonostante i fatti e le statistiche dicano chiaramente che i crimini nel nostro paese sono in netto calo. Come se una percezione fosse in grado di giustificare una risposta e una misura così palesemente discriminatoria, che va a colpire chi già è discriminato, che erode la legittimità della nostra costituzione, andando a colpire uno dei pilastri della struttura democratica, ovvero il diritto al dissenso. E andando dunque a limitare l’agibilità politica. Un decreto che non tiene conto del monito europeo, che premia i comuni “virtuosi” con la possibilità di assumere più forze dell’ordine o di aumentare la videosorveglianza sul suolo cittadino, che impone daspi a chi sta raggiungendo una città per manifestare in piazza e li impone in base all’orientamento ideologico. Che istituisce nuovi CIE per i migranti e prevede l’abolizione dell’appello nelle procedure per le richieste di asilo. Bisogna stare molto attenti. Bisogna leggere oltre le parole scritte di un decreto, applaudito anche dalle parti più insospettabili, perchè dietro la risposta alla sicurezza urbana – assolutamente inefficace, contradditoria  e totalmente discriminatoria –, si nasconde un piano più sottile, che come alcuni relatori hanno ricordato, da molti anni si sta disegnando. Un quadro che sta prendendo una forma meglio definita ora, che ci parla di un inasprimento sempre maggiore delle misure repressive, della produzione sempre maggiore di azioni preventive volte ad ostacolare una certa parte della società. Una certa parte di dissenso. Una realtà dove si sta piano piano accomunando la solidarietà con la criminalità. Tra qualche giorno sarà il 25 aprile. Un momento in cui ricordare da dove veniamo, le vittorie che abbiamo ottenuto, il mondo che faticosamente è stato scardinato. Ma le cui basi fondanti sembrano oggi più che mai tornare a galla pronte a mettere a rischio ciò che ci spetta, esprimere un dissenso se lo riteniamo giusto e lottare contro ciò che non ci sta bene. Solo così la ragnatela avrà la forza di trattenere anche gli insetti grandi.

Noi il 25 aprile lo festeggiamo. E sappiamo anche che saremo in tantissim@ a farlo.

Per ascoltare tutti gli interventi:

Per ascoltare l’intervento dell’Avv. Crisci:

Per ascoltare l’intervento di A buon diritto:

Per ascoltare l’intervento di Francesco dello Spazio Popolare Rudegrifo Perugia:

Per ascoltare l’intervento dell’Avv. Lucentini:

Per ascoltare l’intervento di Italo di Sabato Osservatorio della Repressione:

Per ascoltare l’intervento di Bizio Supporto legale:

Per ascoltare l’intervento dell’Avv. Romeo:

Per ascoltare l’intervento di Maurizia Russo Spena Reistenze Meticce: