Live report

Yalta @ Nido di Feste, Giardino dei Ciliegi, Roma 10 giugno 2017

Ancora nella luce del pomeriggio, al centro di un piccolo parco, per sfondo casermoni, murales,
bambini e cani, senza un palco, persone che passeggiano e chiacchierano tra panche di pallet,
ricoperte di teli e cuscini come un grande salotto di quartiere, popolato di voglia di incontrarsi,
dell’estate che avanza, dell’entusiasmo di proporre le arti che si amano.
Tra le varie proposte artistiche della edizione di quest’anno di “Nido di feste”, uno degli
happening estivi della zona del Quadraro, c’è un gruppo che propone musica originale: si
chiamano Yalta, e sono Alessandro Zafarana alla voce, Marcello Gammella alla chitarra, Paolo
Sforza al Basso, Fabio De Stefani alla batteria.
Il nome del gruppo lo ha ideato il bassista, perché facile da ricordare e breve, né italiano né
inglese o entrambi, e anche per la sua passione per il secolo scorso a cui si dichiara
mentalmente appartenere.
Nonostante il contesto potrebbe essere dispersivo la musica arriva limpida e decisa, con un
buon equilibrio tra i musicisti, gli Yalta si fanno ascoltare da subito e risultano gradevoli, ma non
solo.
Composizioni non banali, testi allo stesso tempo quotidiani e poetici, e abilità strumentale si
esprimono dall’inizio dell’esibizione e si confermano da un brano all’altro, vari eppure già con
uno stile piuttosto coerente.
Per cominciare con “Chissà” troviamo la nostalgia di una storia passata ma soprattutto di una
dimensione di intimità che è liberatoria rispetto al conformismo quotidiano. C’è un desiderio di
segreti condivisi, di ombre che danno spessore alle cose vissute.
Anche in “Fa sorridere” le abitudini e consuetudini sembrano una gabbia soffocante da cui
fuggire, la voce dal bel timbro da cantautorato si intreccia bene con la chitarra elettrica che ad
ogni occasione di sbrigliarsi si lancia in impeti hard rock. Ne viene fuori un bel misto di
malinconia e leggerezza.
In “Fuochi artificiali” (titolo in omaggio ad una passione del bassista che qui è autore della
musica) la voce spinge ancora di più la sua capacità interpretativa, realizzando un indie ricco di
metafore e di echi emotivi che tendono a travolgere in ondate l’apparente minimalismo della
narrazione.
Bella anche la scrittura del testo de “Il compleanno di Silvia”, varia anche come struttura sonora
e dove la sezione ritmica guadagna anche un po’ di primi piani.
In “Morte a galla” il cantato diventa un po’ alla Bennato, curioso su un testo allusivamente noir,
in questo caso con qualche difficoltà metrica, ma risolto da una chitarra elettrica davvero
scatenata ed esplosiva.

Gli Yalta sono attivi dall’inverno 2014, ma nell’attuale formazione da poco più di un anno; i
membri hanno varie precedenti esperienze sia di gruppi cover che di musica originale, e molte
diverse influenze che è difficile elencare, ma che nella loro musica ricevono già una buona
sintesi che lascia allo stesso tempo presagire interessanti sviluppi.
Sono attualmente impegnati anche in studio e tra poco sarà ultimata la loro prima registrazione,
speriamo quindi di trovarla sul banchetto dei prossimi live che ci auguriamo numerosi.