Pochi soldi, concorrenza agguerrita, produttori con paturnie da star e pericolosità da gangster, pagamenti mancati, accordi vaghi…la Jamaica per i musicisti non è mai stato un posto facile.

Figuriamoci poi nella tarda metà degli anni 70. Periodo tanto spettacolare per le produzioni musicali quanto violento ed intriso di povertà. 
Nel 1977, quando viene inciso questo disco, siamo all’apice di quella guerra armata dalla politica che gia aveva visto Bob Marley vittima di un attentato e che porterà di li a breve Edward Seaga e Michael Manley a “stringersi la mano” sul palco del One Love Peace Concert.
Non a caso questa canzone potrebbe essere inserita nella colonna sonora di Django o di un film western, perchè tra i suoi solchi queste sono le atmosfere che si respirano.

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La voce soul della sconosciuta Palemina cavalca una sezione strumentale corposa ed ultra groovy, suonata dai Blood Relatives.

Stampato originalmente dalla minuscola Pin Un Label (ed ora ristampato per la prima volta grazie all’opera della francese Only Roots Records) viene all’epoca distribuito presso gli studi Randy’s, dove probabilmente è anche inciso.
E’ arrangiato da Cedric Brooks, uno che di musica se ne intendeva e non poco: sassofonista e flautista d’eccezione cresciuto alla Alpha Boy School e gia membro di Skatalites, Sound Dimensions, Light Of Saba & Mystic Revelation Of Rastafari. Egli permea questa produzione Roots con influenze Jazz & R&B che la rendono unica.
Ha probabilmente potuto contare, tra i vari, sul basso di Robbie Shakespeare, la batteria di Horsemouth e Albert Malawi, la chitarra di Earl Chinna Smith, il piano di Augustus Pablo e di Bobby Kalphat; tutte figure che girarono per alcune manciate di mesi attorno al nome Blood Relatives.
Siamo, d’altrocanto, nel bel mezzo di quel fiume in piena composto dalla compresenza di artisti di grandissimo calibro all’interno di progetti piu o meno sussidiari a questo o a quello studio di registrazione; spesso formazioni che nascevano e si dissolvevano nel giro di alcune idee.
Pratica che ha permesso a molti di tirare avanti barcamenandosi tra uno studio e l’altro e che ad oggi ci ha fornito un lascito spaventosamente profondo ed ancora non del tutto scoperto…

Testo di Mario Dread