27 March 2019  /  Tiedbelly

La recente notizia della perdita di circa 50 milioni di dati da parte di MySpace deve aver aperto un portale spazio-temporale nel quale è precipitato Tiedbelly.

Fatto sta che, all’approssimarsi del mercoledì, si è trovato catapultato in una realtà parallela e forse futuristica, in cui sono stati persi TUTTI i dati che gli smartphone, gli hard disk e i vari cloud, ftp e altro contenevano dell’intera umanità. Così, in questo mondo privo di memoria esterna  – e privata dell’uso di questi ammennicoli tanto comodi, della propria memoria personale – l’umanità interagisce raminga e sguarnita con oggetti di cui non ricorda il nome mentre cammina sopra vie che non ricorda dove portino, in quartieri che non riconosce.

Nel corso di questa temporanea permanenza all’interno di questa dimensione “smemorata”, Tiedbelly si imbatte in una enorme pila di dischi che giace abbandonata nel mezzo di un’area all’aperto; tutto intorno una serie di persone che si domanda cosa siano quegli oggetti tondi, altre che pur riconoscendo l’oggetto non hanno idea di chi vi sia inciso sopra… Sornione e disorientato, Tiedbelly osserva allora questa umanità che si abbandona alle più strane congetture per intuire chi stia suonando nel disco che sta ascoltando in quel momento, ed è tutto un florilegio di ipotesi strampalate, micidiali idiozie oppure affascinanti trovate. Ed è quasi poesia quando, recuperata un certa forma di innocenza,  l’umanità non più memore di se stessa e dell’altro da sé, riscopre – scusino la tautologia – il piacere della scoperta.

Ma cosa scopre l’umanità rincoglionita, della personal dystopia di Tiedbelly?

La playlist seguirà a breve, quello che invece già ora è necessario ricordare è che quello che è capitato a MySpace potrebbe capitare con Instagram, Twitter, Facebook e così, tutte quelle vite fittizie, diventate infine, la nostra stessa vita, potrebbero terminare da un giorno all’altro lasciando molti di noi – quelli che, in fondo, sono al mondo solo perché “sono”, dentro un social forum o cose del genere – senza un’identità. Per molti di loro sarebbe la perdita di un’identità, altri pensano sarebbe una liberazione.

Come sempre, il Diavolo, comodamente sistemato dietro a questi dettagli, ridacchia soddisfatto, in una dimensione e nell’altra…

La Discoteca del Diavolo del 27/03/2019 – Tiedbelly’s Dystopia

  • Ruthie Foster – People grinning in your face
  • Tina Britt – Born on the bayou
  • Tiny Topsy – Working on me baby
  • The Budos Band (musical bed) – Black venom
  • The Meters – Soul machine
  • The Politicians – Psycha-Soula-Funkadelic
  • The Wild Magnolias – Fire water
  • Quincy Jones (musical bed) – Sanford and sons theme
  • Sam Taylor Jr – Cigarette grubber
  • Syl Johnson – Is it because I’m black
  • Clarence Reid – The truth
  • Cozy Cole – Big noise from Winnetka (part II)
  • The Holmes Brothers – Push my foot down
  • Nathaniel Mayer – White dress
  • Ted Hawkins – Chain gang
  • Mavis Staples – Woke up this morning with Jesus on my mind
  • Modern Jazz Quartet (musical bed) – Animal dance
  • Charlie Haden – Going home (from the Largo of the “New World Symphony”)
  • Ornette Coleman – Poise
  • Julius Hemphill – Dogon A.D.
  • Joe Lovano, Marylin Crispell. Carmen Castaldi (musical bed) – One time in
  • Leyla McCalla – The capitalist blues