“Voglio fare il Senatore per fottere meglio il tuo sudore”

E tra le mani, come nulla fosse, mi ritrovai un pezzo della nostra storia inciso su vinile quasi trenta anni fa ed attuale come non mai.
Fine anni 80, primi 90: Centri sociali, posse, Reggae, Rap & Raggamuffin… music is a weapon.
Il bel paese si tuffava negli anni 90 sfoggiando un very nice turbinio politico e sociale.
Quell’ultimo paio di governi ZioGiulio non avevano nemmeno avuto il tempo di far dimenticare le vicende del Bettinico precedente dato l’imporsi prepotente della pulizia delle mani… Taaaaaaaaaaaaaaaac!
Nemmeno tre anni e ci davamo dentro di brutto, brutto, brutto… in effetti rischiavamo di rimanere offesi.
E nemmeno era il 1994!



		
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“La necessità di riprodurre vita sociale è contraria ai bisogni apparenti della gente, perchè socialità è l’opposto di egoismo, per questo la città è imbarazzata nel dialogare con il Gramna”
Stralcio di intervista presente ad inizio del brano “Mai A Testa Bassa” contenuto nel disco

South Posse: Italy 1990 -1994
La South Posse si muove interno ed attorno al centro sociale Gramna a Cosenza e vede prenderne parte un giovane Disc Jockey emigrato dall’Africa ed appassionato di ballo, funky & Rap: Louis, oggi meglio noto come Dj Lugi.
Questo disco, registrato al CSOAForte Prenestino nel 1994 racchiude i brani composti e cantati dalla posse nel lustro precedente ed è distribuito/prodotto dalla mitica “Cordata Per L’autorganizzazione”, etichetta musicale indipendente fondata da varie posse e realtà come gli Assalti Frontali.
Anno magico il 1994 per le posse. La commistione tra rap, reggae & raggamuffin vede uno dei suoi momenti di migliore espressione al lago Ampollino proprio nell’agosto di quell’anno.
Kermesse musicale oramai leggenda nella nostra nicchia in cui anche la South Posse calcò il palco, assieme ad Africa Unite, Neffa, Militant P…..

E cosi, con quel brivido che ancora non mi abbandona quando si parla di musica, metto la puntina sul disco e faccio andare la ruota d’acciaio.
Andateveli a cercare sul tubo, vi straconsiglio questo tuffo in una nicchia del passato attuale come non mai.
Microfoni consapevoli, liriche militanti, produzioni crossover a tratti visionarie.

Articolo di Mario “Dread” Conte