Dopo 20 giorni dalla morte di Helin Bolek, anche Moustafa Koçak ha smesso di respirare. Era in sciopero della fame da mesi a causa della dura repressione del governo turco nei confronti del Grup Yorum, la band di cui sia lui che Helin facevano parte.

In carcere ormai da due anni, accusati senza prove come molt* altr* giornalist*, avvocat*, artist*, avevano deciso di intraprendere la protesta estrema dello sciopero della fame che però non ha minimamente scalfito Erdogan e il governo turco, i quali hanno assistito alla loro morte senza muovere un dito per questi lunghi 300 giorni. Hanno ucciso un altro artista e non si fermeranno qui.

Come Radiosonar vorremmo esprimere non solo il dolore per la scomparsa di Helin e Moustafa ma anche essere una di quelle gocce di un oceano che diventi eco e megafono della loro lotta.

Perché quella del Grup Yorum non è solo la lotta per la propria libertà e per poter esprimere la propria musica. Ma è la lotta per la difesa dei popoli e delle minoranze oppresse, è il grido contro l’ingiustizia e le disuguaglianze. È la lotta di tutte e tutti e per questo soggetta a una feroce repressione. Gridiamo tutte e tutti i vostri nomi e la vostra musica perché la vostra lotta è la nostra lotta!

Brani letti da Radiosonar, ringraziamo:

Fondato nel 1985 da quattro studenti dell’università di Marmara, Grup Yorum aveva sempre garantito il proprio sostegno e la sua presenza sia alle lotte della popolazione turca che a quelle internazionali per la giustizia e la libertà, coniugando la vena di protesta con le melodie tradizionali.

Le canzoni venivano eseguite sia in turco che in curdo, in arabo e in circasso, sostanzialmente in tutte le lingue parlate in Anatolia. Sono stati imprigionati per il loro impegno a favore della democrazia e della libertà di stampa.

Nel 2015 il concerto annuale del gruppo Turchia indipendente era stato vietato. La band era riuscita a tenere un concerto via internet il 1° luglio 2018. Poi erano cominciati i raid. ll centro culturale Idil di Okmeydani, a Istanbul, dove la band si esibiva, è stato preso di mira da parte della polizia “per otto volte negli ultimi due anni”, denunciava da tempo la band. Spiegando che durante le incursioni, gli strumenti di tutti membri di Grup Yorum erano stati distrutti o requisiti e le partiture, i loro libri di musica danneggiati.

Secondo la dichiarazione resa dal gruppo, in queste incursioni (ottobre e novembre 2016, maggio e settembre 2017 e ottobre e novembre 2018) sono state arrestate in totale 30 persone.

Il 14 luglio 2018, Selma Altin e Inan Altin erano fuggiti di prigione decidendo di proseguire la loro lotta in esilio, in Francia. Agli inizi di marzo sei membri della band erano ancora detenuti.