Militant Dub Area OnAir Radiosonar.net e il Csoa Sans Papiers vi invitano ad ascoltare questo speciale sulla Palestina.

Bassam Saleh ” Presidente Associazione Amici dei Prigionieri Palestinesi ” ci aiuta a conoscere la situazione nei Territori Occupati Palestinesi e le motivazioni che hanno spinto quasi 2000 detenuti ad arrivare al 40° giorno di sciopero della fame.

” Dal 17 aprile i prigionieri palestinesi sono in sciopero della fame per la “Libertà e la Dignità” e per il rispetto dei loro diritti fondamentali come stabilito dal diritto internazionale umanitario, che obbligano lo Stato occupante ad osservarli. Amnesty International ha affermato che “la politica decennale di Israele di detenzione dei palestinesi dalla Cisgiordania occupata e di Gaza in prigioni site all’interno di Israele e di privazione di regolari visite dei familiari non è solo crudele, ma è anche una patente violazione del diritto internazionale “.

Sono circa 6.500 i prigionieri palestinesi detenuti all’interno di 22 prigioni israeliane, in flagrante violazione della Quarta Convenzione di Ginevra: tra essi 300 minori e 62 donne. Di questi 500 sono in carcere senza accusa e senza processo, e la loro detenzione può essere rinnovata arbitrariamente ogni sei mesi.

Essi chiedono di poter ricevere visite dai parenti; la fine dell’isolamento e della detenzione senza accusa e senza processo; la fine degli arresti arbitrari di massa, delle torture, dei maltrattamenti e delle misure punitive, che non escludono donne e minori; assistenza e cure mediche; il diritto all’istruzione; la fine della disumanità cui sono sottoposti nei vari trasporti.
Aderendo allo sciopero della fame, in 1600 sono disposti a rischiare la loro vita e questo è di per sé la prova che le loro richieste e la loro lotta sono giuste e naturali. Come il leader di Fatah, Marwan Barghouti, ha detto nel suo articolo pubblicato il 16 aprile sul New York Times, lo sciopero della fame è ” la forma di resistenza più pacifica che ci sia. “”