Tra l’11 e il 16 luglio presidi e manifestazioni sono state convocate in molte città in Italia per dare vita a momenti collettivi di lotta, gioia, performance, musica e riaffermare la piena autodeterminazione di genere e orientamento sessuale fuori dall’imposizione del binarismo Maschio Femmina.
Quello che ha scatenato la destra e le organizzazioni del fondamentalismo cattolico, le stesse che attaccano l’autodeterminazione delle donne e il diritto all’aborto, l’educazione all’affettività e alla sessualità nelle scuole, il riconoscimento dei legami affettivi fuori dallo schema della famiglia etero-patriarcale, la dignità di ogni identità di genere, una sessualità libera e fondata sul consenso, è la proposta di legge sull’OMOTRANSBIFOBIA (DDL ZAN) che comincerà il suo iter parlamentare il 27 luglio.
Con lo slogan #MOLTOPIÙDIZAN in molte piazze è stato ribadito che non bastano pene più severe se le premesse della violenza restano immutate: il diritto penale e il carcere non risolvono problemi di natura prima di tutto sociale e culturale, che sono non più rinviabili misure di contrasto alle discriminazioni e all’esclusione dal lavoro, l’educazione sessuale, all’affettività e alle differenze nelle scuole di ogni ordine e grado, il pieno riconoscimento della genitorialità per tutt*, consultori e centri antiviolenza autonomi e pubblici per le donne e per le libere soggettività (LGBT*QIAP+), la fine della rettificazione genitale alla nascita per le persone intersex, la piena depatologizzazione dei percorsi di transizione e una riforma della legge 164/1982, una legge che vieti le cosiddette “terapie di riconversione”.
MOLTO PIÙ DI LEGGE ZAN 16 luglio 2020 Roma
Una piazza bellissima…in un percorso che ha visto l’incontro di gruppi, associazioni movimenti, collettivi, corpe dissidenti e molto altro. Una piazza colorata, cartelli, striscioni, glitter, musica, giochi e tanti interventi per ribadire che: NOI VOGLIAMO MOLTO PIÙ DI ZAN!
Contemporaneamente a Montecitorio ultracattolici, pro vita, sovranisti occupano una piazza prendendosi altro spazio oltre a quello che già possiedono all’interno delle istituzioni.
La piazza ha espresso che lotta per la liberazionedi tutti i corpi deve essere necessariamente intersezionale, si interseca con quella delle persone razializzate, diversamente abili, e di tutti i corpi sfruttati dal sistema eteropatriarcale e capitalista. Questa lotta è transfemminista!
Un percorso plurale ha costruito la piazza e che si è presentato con la lettura a più voci del manifesto
una piazza che ci racconta Marita dal microfono di TRANSfemmINonda per Radio Sonar
Altre piazza ci sono state l’11 luglio:
- il GENDER PANIC 11 luglio 2020 Bologna
Alla ripresa di parola di gruppi residui come SNOQ e Arcilesbica che affermano che i diritti delle donne, che sono stati ottenuti in base al sesso, ora sono indeboliti dall’inclusione di concetti come “identità di genere e Orientamenti Sessuali (*) o di sedicenti femministe che affermano che le donne trans sono uomini travestiti da donne (nella peggiore tradizione della destra italiana) una risposta molto forte è arrivata dal mondo transfemminista che testimonia il grande cammino di questo movimento.
Qui la presa di parola del movimento Non una di meno
qui il manifesto di lesbiche, femministe, transfemministe e sostenitrici pubblicato da Pasionaria.it
LInk utili:
intervista sul Freek Pride di radio blackout