In questa città

di Rossella Marchini 

Tre milioni dentro un frullatore. Sono gli abitanti della città che non ti fa mai sentire solo, anche quando vorresti dare un calcio a tutto.

Max Pezzali racconta Roma in tre minuti. Attraversa la città da un capo all’altro: Tiburtina, Termini, Tomba di Nerone, la tangenziale, Prati Fiscali, Villa Borghese, l’aeroporto dell’Urbe, Trastevere, il mare di Ostia per finire a guardarla dall’alto del Gianicolo.

Lo fa leggendola come fatto unitario e, finalmente, ignorando le gerarchie fra un luogo e l’altro. A Roma ci si sposta ovunque in macchina, fra nugoli di motorini e macchinette, districandosi nel traffico di strade troppo strette, alla ricerca di un parcheggio che non c’è mai, bloccati da zone a traffico limitato, in attesa di un taxi che non arriva.

Spostarsi per raggiungere gli amici è un’impresa ardimentosa, attraversare la città un viaggio. Ci racconta Roma sparsa nel suo vasto territorio, con i suoi quartieri “in culandia” che si fatica a capire perchè siano stati costruiti proprio laggiù, con il suo fiume che attraversa la distesa dei nuovi campi di paddle, la nuova frontiera del tennis. Una città che ha il mare, dove si può andare a mangiare il sabato. Si perché Roma ha il mare, anche se non te ne accorgi mai.

In questa città” è una dichiarazione di amore per una città che sa farsi bella e presentarsi con il vestito buono, nonostante a Roma, è vero, si viva male. Ce lo dicono le condizioni concrete della vita urbana. Pensiamo ai tempi e ai costi delle distanze, alla qualità e quantità dei servizi, alla mancanza strutturale di case per le fasce più povere di popolazione, all’assenza totale di manutenzione degli spazi pubblici.

Roma è meravigliosa e terribile, da odiare mentre si ama, suscita ammirazione e disprezzo, accettazione e rifiuto. Tutto contemporaneamente. Roma però è una città da amare nonostante tutto, perché tanto tutto si aggiusta e se no “sticazzi!”