Intervista a Sarah Andersen, autrice di Sarah’s Scribbles
Sarah Andersen è una giovane, ma influentissima fumettista americana. Tutti conoscono Sarah’s Scribbles e le sue vignette che girano costantemente sul web. I suoi meme sono famosissimi e i suoi libri Crescere che palle, Un grosso morbidoso bozzolo felice e l’ultimo, da poco uscito, Tutto sotto controllo, sono editi in Italia da Beccogiallo.
Proprio in occasione della presentazione romana di Tutto Sotto Controllo abbiamo incontrato Sarah Andersen e le abbiamo fatto qualche domanda; curiosi di scoprire come nascono i suoi fumetti e come si sente ad aver creato un personaggio così universale, che incontra i gusti di tantissimi fan.
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Come hai iniziato a fare fumetti?
Ho iniziato nel 2011 quando ero al mio secondo anno di università. Ero una studentessa d’arte e ho iniziato a fare fumetti per prendere in giro tutto ciò che avevo intorno e le stesse strane situazioni che mi capitavano. Ho messo i primi fumetti su Tumblr che era un social molto popolare all’epoca e con mia grande sorpresa ho avuto ottimi riscontri. Da allora ho continuato questo progetto che ora è il mio lavoro.
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Com’è nata l’idea di Sarah’s Scribbles?
Penso che il mio primo fumetto sia arrivato in modo spontaneo, è stato molto simile a fare un diario. Per i fumetti successivi invece ho cercato di farmi domande su come mi sento, come sto e cosa mi stia succedendo intorno. Nei fumetti cerco sempre di parlare di cose attuali, cose che per me sono importanti e che riesco a esprimere attraverso questo linguaggio.
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Ti aspettavi di avere un così grande successo e così tanti lettori?
NO! Quando ho io iniziato c’erano solo 3 webcomics davvero famosi ed io non mi aspettavo assolutamente di poter creare, come loro un famoso webcomic. C’era però una comunità di nicchia intorno a quel mondo, così ho pensato che lavorando sodo probabilmente avrei potuto far parte di quel mondo di nicchia dei webcomics e magari crearmi un piccolo ma fedele seguito. Non mi sarei mai aspettata di avere invece un riscontro globale.
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Com’è il tuo rapporto con i fans? Specialmente con quelli italiani!
Penso che sia bello che ci siano delle persone che vengono a trovarmi alle presentazioni, ho dei fans davvero dolci e simpatici. Suppongo che ci siano diversi ammiratori, ma la maggior parte dei lettori ha circa la mia età e vivono cose simili alle mie. Adoro venire qui perché le persone sono così creative! S’ingegnano per fare cose per me come: mi portano disegni, addirittura animaletti di peluche! È davvero speciale.
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Hai mai pensato di abbandonare Sarah’s Scribbles e fare un altro tipo di fumetto?
Penso che mi sono formata per essere un’illustratrice e per questo vorrei provare a fare qualcosa di più serioso e che includa meno scrittura. Ho scritto già abbastanza Sarah’s Scribbles, ma per i prossimi anni vorrei ancora continuare su questo personaggio e con questo fumetto ed arrivare ad almeno cinque libri, fino ai miei 28 o 29 anni. Mi piacerebbe però cambiare e utilizzare altre forme d’arte, vedremo!
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C’è stato qualche fumettista che ha influenzato il tuo modo di fare fumetti?
Sì, Alli Brosh con il suo Hyperbole and a Half. Le sue storie hanno un tema molto simile al mio, ha iniziato a caricare alcune strisce a lavoro ed è diventata virale. È stata un’artista di webcomics per lungo tempo e poi è passata alla stampa. Quello che ha fatto è stato molto importante per me, perché mi ha fatto vedere come fosse possibile compiere questa transizione. Dato che iniziò un anno o due prima di me è stata un punto di riferimento importante, anche per il suo modo di disegnare, molto semplice e grottesco, poco realistico.
Abbiamo lasciato così la bravissima Sarah Andersen, dandogli anche un consiglio culinario… chissà se avrà accettato!
Qui invece c’è l’audio dell’intervista, ovviamente in inglese. Buon Ascolto!
Carla Gambale