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Negli ultimi tempi il vostro Tiedbelly confessa di sentirsi un po’ “manovalanza” rispetto al Satanasso: da alcune puntate infatti, il Signore delle Tenebre ha preso il sopravvento sulle scelte musicali della trasmissione e le stupefacenti escursioni nel suo Archivio sembrano oramai un retaggio passato.

Dopo la visitina all’archivio musicale di Tiedbelly di due settimane or sono che determinò la scaletta di quella trasmissione, quest’ultimo mercoledì, giocando nuovamente d’anticipo, il Satanasso ha visitato in sogno non solo Tiedbelly ma anche il silente e compassato Straccaletto, inducendo in entrambi un sottile e inopponibile condizionamento che ha condotto i due a scegliere insieme i brani dell’ultima trasmissione. Se in un primo tempo l’imperativo imposto sembrava essere quello di non passare musica angolfona, nel corso della trasmissione Tiedbelly ha provato, insieme ad uno Straccaletto preoccupato quanto lui, a individuare il “gioco” nascosto dietro al condizionamento. E’ stato così, grazie anche alla perspicacia speculativa proprio dell’ospite inedito, Straccaletto – per la prima volta in voce a supporto di Tiedbelly – che forse si è riusciti a dipanare la satanica matassa contenuta nella scaletta. In un viaggio intorno al mondo, ascoltando canzoni da film indiane, strambi cantastorie russi in odor di Tom Waits al gusto vodka, episodi di Rebetiko, disforie psych latino-americane e una ampia parentesi di musica seventies turca puntualmente descritta da Straccaletto, ne è emerso il gioco di specchi del Diavolo. Gioco in cui, dietro l’estemporaneo ed insolito esotismo della trasmissione, siamo stati costretti a guardare la nostra immagine di oppressore riflessa nei suoni di chi, proveniente da un’altra cultura musicale, altri sistemi di notazione e altre regole armonico-melodiche ha provato ad inseguire, per un certo tempo, i suoni americani e l’estetica dell’occidente. E tra le tante ragioni storiche che abbiamo provato ad individuare e le ricostruzioni impossibili che determinassero un filo conduttore, l’unica ragion comune è stata quella di un “dominio” culturale, fatto di potenza economica, caso e fascinazione. Fascinazione di culture diverse per i suoni della musica del Diavolo, fascinazione nostra verso le tracce di Blue celate ad arte dietro lingue che non siamo adusi ascoltare cantare e linguaggi sonori che ci appartengono forse, solo ancestralmente. Al netto di queste valutazioni va però anche sottolineata la bellezza, come principio motore, che non abbiamo potuto non sentire in ognuno dei brani trasmessi. Così, incerto se essere riconoscente o spaventato, in attesa della prossima mossa del Satanasso, Tiedbelly medita sul prossimo episodio de La Discoteca del Diavolo e si chiede se sarà di nuovo possibile entrare nell’archivio infernale oppure sarà il Diavolaccio a giocare l’ennesima colpo gobbo. Mercoledì prossimo saprete come è andata.

Playlist

  1. Lata Mangeshktar – Kahin deep jale kahin dil
  2. Googosh – Bemoun ta bemounam
  3. Tsitsanis / Georgakopoulou – Paro me Maro paro te
  4. Vladimir Visotski – Chernoe zoloto
  5. Özdemir Erdogan – Uzun Ince Bir Yoldayım
  6. Cem Karaca -Karacaoğlan
  7. Erkin Koray – Cemalım
  8. Alpay – Yekte
  9. Silüetler – Lorke Lorke
  10. Gilberto Gil – A voz do vivo
  11. Os Mutantes – Bat makumba
  12. Los Diablos Rojos – El guapo
  13. Los Mirlos – Sonido amazonico
  14. Los Piranas – Carnavalito infernal
  15. Meridian Brothers – Salvadora robot
  16. Peppe Barra – Canto dei sanfedisti
  17. Fausto Cigliano – Catarì
  18. NCCP – Secondo coro delle lavandaie
  19. Gabriella Ferri – Te possino da’ tante cortellate
  20. Canzoniere Grecanico Salentino – Nu te fermare