La Discoteca del Diavolo 6.06 – Un’acconciatura AFRO per il mondo intero
E’ un’idea che nasce dall’insana superficialità del peggior bluesman di Roma est
L’idea di legare suoni e suggestioni musicali ad una capigliatura afro e di forzare con una qualunque giustificazione la presenza di un certo brano nella playlist della settimana. Beh, in linea di massima non penso che il gentile pubblico, sull’argomento, ne sappia così tanto più del sottoscritto. Si può dire che la capigliatura afro divenne icona testimoniale di un rinnovato senso estetico della comunità afro-americana durante gli anni ‘60, anni in cui in sinergia con un crescente impegno socio-politico della suddetta comunità emerse un idea di “Bellezza Nera” che fosse la negazione dello sforzo adattivo – anche in senso estetico – compiuto nell’arco di un secolo e mezzo, inteso a somigliare il più possibile ai bianchi nell’aspetto come nel modo di pensare. Complice l’influenza dei Black Muslims e del Black Panther Party nella predicazione di un affrancamento dagli stilemi socio-estetici di impronta bianca, per andare verso un recupero della matrice africana della propria identità la capigliatura AFRO è stata lo strumento di più semplice utilizzo per affermare un’identità e sentirsi se stessi a prescindere dall’altrui valutazione o giudizio. Insomma un sacco di roba che la scaletta di questa puntata restituisce nella consueta veste informale attraverso la selezione del vostro affezionato Tiedbelly. Daje.
La Discoteca del Diavolo del 09/11/2022 – Un’acconciatura AFRO per il mondo intero
- Jimi Hendrix – Steppin’ stone
- Baby Huey and The Babysitters – Hard times
- Gino Washington – Out of this world
- Lee Fields & The Expressions – My world is empty without you
- Buddy Guy – Sweet little angel
- Melody Angel – One little hit
- Shuggie Otis – Sparkle city
- D’Angelo & The Vanguard – Till it’s done (Tutu)
- Black Pumas – Colors
- Candi Staton – In name only
- Ike & Tina Turner – Funkier than a mosquito’s tweeter
- Pigmeat Markham – Here comes the judge