in occasione della Biennale di Martelive, scopriamo insieme i dj producer finalisti del contest: Lex!

  1.   Come ti sei avvicinato al mondo dei dj producer?

 

Iniziai all’età di 10 anni a registrare su cassetta alcuni mixtape di musica elettronica rubata in radio, prevalentemente techno/dance per poi ricevere il CD della svolta nel 2001, una raccolta di musica elettronica europea che mi aprì un mondo. Scaricai la mia prima daw e cominciai a fare collage e remix per gli amici sulla base delle esperienze in tape.

Nel 2005 grazie alla passione condivisa con un paio di amici rispetto alla scena underground londinese, cominciai ad elaborare produzioni techno sempre più personali incentrate sulla sperimentazione utilizzando sequencers e sintetizzatori, usando da subito la sintesi granulare ed il pitch bend come chiave stilistica. Inizio a suonare la batteria e la chitarra e vado ad esplorare le virtù di generi come il rock progressive. Per arrivare ad oggi ho mangiato più musica possibile di qualsiasi genere.

 

  1.     Cosa cerchi di esprimere con la tua musica e come lo fai?

 

Cerco di utilizzare il linguaggio musicale per rendere l’ascoltatore sensibile alla complessità e provare a farne apprezzare l’armonia che ne delinea l’anima. Fondamentalmente considero la musica che produco come una meditazione che lascia una traccia. Essendo molto personale, lo faccio per appagare i miei sensi, sperando che altri ne riconoscano la bontà. Per fare ciò compongo partendo da suoni che mi stimolano, per poi aggiungere sfumature e forza al concetto base.

 

  1.      Come elabori i tuoi set? E le tue tracce? 

 

Cerco di comporre una stratificazione di texture e atmosfere anche nascono direttamente dell’improvvisazione e tendo ad esaltare la dinamica degli strumenti analogici che uso, come chitarre, sintetizzatori ed effetti.

Non seguo uno schema preciso, né un genere, ma unisco quello che mi piace partendo da una radice. Cerco di dare risalto alle sfumature tra gli schemi per mantenere un feeling organico e vado a lavorare sulla struttura per rendere il tutto coerente. Considero la produzione come una sorta di pittura sonora, una traccia di quello che sento.

 

  1.      Progetti, lavori in corso, novità, parlaci un po’ delle tue prospettive in ambito

 

Attualmente sto lavorando su un concept album dalla natura techno complessa, con intervalli ambient e psichedelici, che prova a soddisfare il mio gusto personale. Il nome è MATER, madre e matrice di tutto il mio percorso.