Brancaleone: Non faranno un deserto, perchè non glielo permetteremo

Lo spazio di via Levanna a Roma rischia davvero di essere chiuso dopo l’ennesimo attacco amministrativo. Venerdi 28 luglio incontro con Elio Germano e presentazione della campagna di difesa dello spazio culturale e del circolo Arci di Montesacro.

Nonostante gli allarmi lanciati ripetutamente, il futuro del Brancaleone oggi è davvero a rischio a causa della continua pressione amministrativa e dell’inerzia delle istituzioni. Non solo l’amministrazione municipale e comunale ancora non hanno risolto l’assurda circostanza per il quale si pretende il 100% del canone di concessione da una realtà no profit, rimandandone la soluzione al momento dell’applicazione del nuovo regolamento sul patrimonio, ma alcuni giorni fa è arrivata la revoca della Scia dagli uffici del III Municipio di Roma Capitale.

Un fulmine a ciel sereno per la comunità che dal 2019 è impegnata nella rigenerazione dello spazio di proprieta di Roma Capitale.

La Segnalazione Certificata di Inizio Attività, presentata per le attività di somministrazione e spettacolo organizzate come circolo Arci, non era mai stata messa in discussione in quattro anni. Cosa è cambiato ora a fronte di nessun nuovo accesso o evidenza? Fino ad oggi non è stato possibile neanche realizzare l’accesso agli atti richiesto.

Abbiamo passato gli ultimi anni affrontando ogni tipo di difficoltà, sempre nell’incertezza e nella precarietà sul futuro della nostra esperienza.

cosa dovremmo fare ora? Fermarci? Interrompere le attività, i laboratori, i momenti di aggregazione e cultura? La risposta è semplice: non lo faremo.
Quando la legalità diventa solo un randello con cui mortificare la vitalità di quello che si muove nella società, cancellando l’impegno e il protagonismo di centinaia di persone, siamo disposti a disobbedire.

#IlBrancaNonChiude

Siamo di fronte a un’ultima possibilità: le istituzioni possono dare seguito alle petizioni di principio e trovare una soluzione al futuro dello spazio di via Levanna, oppure trasformarlo nell’ennesimo spazio vuoto e abbandonato dopo aver messo fine con la forza all’esperienza che oggi lo anima.
Da parte nostra siamo convinti che c’è lo spazio per fare del Brancaleone un esperimento di gestione del patrimonio pubblico, dove la vocazione culturale e quella sociale si intersecano nell’interesse della collettività, grazie all’impegno istituzionale e allo stesso tempo senza la mortificazione dell’autonomia del sociale. Per farne uno spazio del comune e del possibile.

Venerdì 28 luglio nel giardino del Brancaleone proietteremo il film “La nostra vita” insieme ad Elio Germano.
Sarà anche l’occasione per lanciare pubblicamente la campagna di difesa del Brancaleone.