La rete romana de_ lavorat_ dello spettacolo dal vivo ha aperto stamattina i cancelli del più bel teatro elisabettiamo e dunque popolare di Roma.
Una scelta che ha svegliato il mondo dell’informazione scuotendo i palazzi del potere e stanando così Franceschini, che non ha potuto esimersi dall’intervenire di persona.
Giorgio Potere al Popolo
Tiziano CLAP e Risp
Valerio Acrobax
Potere al Popolo contributo a cura di Radio Quarantena
Conferenza stampa seguitissima, almeno 200 tra chi è entrato e chi è dovuto rimanere fuori dopo gli annunci tg e giornali radio che fin dalle prime ore del mattino davano la notizia: il Globe Theatre è stato occupato, i lavoratori e le lavoratrici dello spettacolo dal vivo e della cultura, dopo un anno di mobilitazione rimasta inascoltata dai ministeri competenti (lavoro e cultura) di ben due governi, passano all’azione.
Dopo il Piccolo Teatro di Milano e il Mercadante di Napoli, e condividendo il percorso d’oltralpe che vede più di cento teatri occupati in Francia, “è ora di unire i percorsi e stilare un programma di riforma che i ministeri dovranno ascoltare”.
A portare la loro solidarietà Giorgio Barberio Corsetti per il Teatro di Roma, il Direttore Artistico del Globe Theatre, che ha tenuto a precisare la correttezza della gestione del lavoro sempre tenuta dal teatro che è stato la casa di Gigi Proietti, presente sua figlia Carlotta, l’assessora alla cultura del Comune di Roma, Stefano Fassina, deputato leu.
“Unire i percorsi significa non solo quelli de_ lavorat_ di questo settore, ma tutto il mondo precario” un obiettivo ribadito forte e chiaro in conferenza stampa, dopo aver avviato il percorso già agli Stati Popolari, e di nuovo in piazza il 27 marzo scorso, al quale si aggiungono gli studenti e le studentesse, oggi presenti con il coordinamento del III Municipio.
Diversi sono i temi da affrontare: reddito di continuità, riconoscimento giuridico, contratti nazionali degni di questo nome, una riforma strutturale che deve vedere una trasformazione a 360 gradi della distribuzione dei fondi, per sostenere la miriade di piccoli teatri e spazi che svolgono un ruolo di cultura come servizio pubblico nei territori (presenti oggi Rialto S. Ambrogio, Cinema Palazzo, Acrobax, LuchaySiesta, insieme ad altri che sostengono il percorso come l’Ex Lavanderia), e un tavolo dedicato al tema transgender per liberare la cultura e il lavoro da qualsiasi differenza di genere. Questioni che “Cambio di Scena” affronta in ogni puntata, ed è per questo che oggi lo spazio del programma non può che essere delle dirette che stiamo realizzando dal teatro.
Sei i tavoli di lavoro su questi temi che si riuniranno in tre OKP Talk con ospiti, che andranno in diretta nelle giornate successive al primo appuntamento con tutte le mobilitazioni, nazionali e internazionali.
Ma oggi è il giorno dell’assemblea comune, dei saluti dalle altre occupazioni, da Milano, da Napoli, da Parigi. Il ministro della cultura Franceschini, obbligato alla presenza dal clamore suscitato, all’esplicita richiesta di un tavolo interministeriale – richiesta avanzata e inascoltata da un anno – oggi ci ha dato appuntamento al 22 aprile, per un incontro comune con il ministro del lavoro Orlando.
Un passo straordinario dunque si sta compiendo in queste ore. Ed è solo l’inizio.
Articolo a cura di Anna Maria bruni