HOLY SMOKE – “All You Can Hate”

Il rap italiano è in un periodo particolare del suo sviluppo, se si considera il fatto che dopo una lunga fase di calma piatta in cui le novità scarseggiavano e spesso non erano interessanti, oggi l’impatto commerciale del genere è fortissimo e questo si fa che i prodotti in uscita siano talmente tanti che quasi si fatica a star dietro a tutto. D’altro canto il successo rende anche più bassa la qualità artistica media delle cose più in vista e verrebbe facile dire che il rap italiano di qualità non esiste più. Invece il fermento del movimento a livello mainstream smuove le acque anche nel sotterraneo e grazie anche ai vari canali di musica liquida, si ha la possibilità di ascoltare giovani artisti che danno al rap passione e talento e lo mantengono crudo ed originale come l’Hip-Hop ha insegnato.  Ed è in questo quadro che si inseriscono gli Holy Smoke, duo romano composto dagli mc’s Chicano e Quema, un ragazzo ed una ragazza, accoppiata abbastanza inedita in ambito nazionale. Fin dalla prima traccia del loro esordio “All You Can Hate” si percepisce un approccio genuino al genere, senza ricerca di suoni facili o modaioli e senza versi che fanno riferimenti ad argomentazioni di fantasia come spesso succede ultimamente. Ma a differenza di quello che il titolo possa far pensare, non sono l’astio o l’aggressività i sentimenti dominanti in questo lavoro. Anzi, l’ironia è molto presente ed è senza dubbio l’arma che rende vincente alcuni pezzi, come ad esempio “Sticazzi”, in cui il sarcasmo fa da sfondo a temi sociali che toccano il quotidiano, o ancor di più nella bucolica “All You Can Hate (Mai Na Dieta)”, una sorta di inno al cibo di tutti i tipi. Tra i brani più riusciti “Ognuno per Se”, con la partecipazione di Kento, a dimostrazione che gli Holy Smoke hanno la capacità di affrontare un pezzo di disagio sociale con idee chiare e stile (“siamo tutti sotto tiro/non si devia da sta rotta/tutti messi alla porta e non per buona condotta) e “Programmati per Incidere”, arricchito da un sample soul di voce e piano che fa da base a versi dedicati all’applicazione e la passione per la musica, e che fa le dovute differenze da chi la fa seriamente e chi per gioco. I due mc’s fanno una buona ricerca vocale, con il classico flow in metrica che richiama molto alla scuola anni 90, senza particolari peripezie ma di sicuro con la giusta chiarezza che rende il “delivery” apprezzabile. Le incursioni tra il funk e l’R&B (“Soulitudine”, “Buoni Propositi”) sono dei bei momenti più leggeri  che non compromettono la natura del progetto, che in linea generale si affida ad una produzione classica boom bap. Senza sconvolgere la scena ma inserendo in essa nuova linfa e buone idee, gli Holy Smoke sono senza dubbio una della novità più fresche dell’Hip-Hop italico e vale la pena seguirli.

Claudio Contini.

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