Le donne di Roma si sono riunite per protestare

Il 23 gennaio cinque ore di presidio al Campidoglio, dalle 16 alle 21, hanno fruttato solamente altro silenzio.
Le donne di Roma si sono riunite per protestare, ancora una volta, contro una giunta invisibile e che spinta solo da esigenze economiche, minaccia di chiudere spazi vitali per l’autodeterminazione e la libertà femminile. Spazi che attraverso il loro lavoro sono diventati importanti per la cittadinanza tutta.

Tra le realtà colpite da questa politica sorda troviamo l’immobile di via Lucio Sestio 10, Casa delle donne Lucha y Siesta, di proprietà dell’Atac rientrante nel piano di risanamento dell’azienda di trasporti, che vendendo proprio quello stabile conta di saldare il debito miliardario che ha contratto; ma ci sono anche la Casa Internazionale delle Donne (Via della Lungara 19), il Centro donne D.A.L.I.A (Via Acqua Bullicante 40), il Centrodonna L.I.S.A. (Via Rosina Anselmi 41), Cagne Sciolte (Via Ostiense 137B) che sono sì edifici occupati (ed in questo starebbe la loro unica “colpa”), ma sono soprattutto fucine produttive in cui si mette in pratica il dialogo, la libertà e la legalità che sembra essere tanto cara alla giunta.

Spazi importantissimi per il benessere femminile e collettivo

È minacciando spazi importantissimi per il benessere femminile e collettivo che l’amministrazione vuole apparire legale? Solo di apparenza si tratterebbe, perché a più riprese oggi si è detto che la legalità è fatta di onestà, concretezza, e significa soprattutto fare i conti con i bisogni delle persone, cosa che non si sta facendo assolutamente: ignorare è la vera illegalità.

Servono spazi autogestiti, liberi, la violenza è ancora presentissima e c’è un bisogno enorme di nuovi luoghi adatti alle diverse esigenze che colpiscono non solo le donne romane, ma quelle di tutto il Paese. Gli spazi ci sono e bisognerebbe utilizzarli per crescere, ma come si può pretendere di creare e ricostruire i sistemi di cui abbiamo bisogno se chi ci dovrebbe tutelare, distrugge questi ambienti?

Politica colpevole di non dare il giusto valore a realtà vitali

Siamo di fronte ad una politica colpevole di non dare il giusto valore a realtà vitali come queste. Lo si è visto anche oggi quando, di fronte alle tante persone presenti, impegnate a lottare per i diritti di tutte, non c’era nessuno. La sindaca che in quanto donna, avrebbe dovuto essere vicina a queste problematiche ancora una volta non è pervenuta. Pare al limite dell’inverosimile che una donna permetta simili attacchi ai luoghi del femminismo della sua città, ma come sottolinea Michela di Lucha y Siesta «non abbiamo mai pensato che una sindaca donna risolvesse i problemi delle donne di Roma o s’interessasse in particolare alle questioni di genere» e la conferma di questo non è infatti tardata ad arrivare.

Pur non avendo ricevuto risposte circa la richiesta di un incontro in Consiglio Comunale per parlare delle sorti di Lucha y Siesta, una folta delegazione di donne al termine del presidio è salita in Campidoglio. Due rappresentanti della delegazione hanno interrotto la discussione in corso dei consiglieri relativamente la questione Atac e la vendita dei suoi immobili, portando il valore della casa delle donne Lucha y Siesta per il lavoro che porta avanti, e sottolineando con determinazione l’irresponsabilità di una giunta che decide le sorti di una città senza interloquire con le parti interessate, discutendo in 26 consiglieri, piani secretati di interesse pubblico.
Deluse, perché le risposte tanto attese non sono arrivate, saremo tempesta ancora.
Il deserto che ha accolto il presidio al Campidoglio non ci ferma.

Il prossimo corteo sarà il 26 gennaio, da piazza Malatesta, per ribadire ancora una volta i nostri diritti e per sottolineare che la violenza ha tanti modi di manifestarsi ed uno di questi è sicuramente il voler ridimensionare e privare la città dei suoi spazi di autotutela, autodeterminazione e femminismo.

La città femminista non si sgombera!

Per riascoltare tutti gli interventi della mobilitazione del 23 Gennaio al Campidoglio clicca qui

Per riascoltare lo speciale di Colpo Grosso (di Stato) dedicato alle mobilitazioni contro la violenza di genere.