Il collettivo Lucha y Siesta riprende la parola attraverso un video che siamo felici di pubblicare nel canale TransfemmINonda di radiosonar.net

Restare a casa. Sì, ma a che prezzo?
Vivere solo lo spazio domestico, rinunciare alla vita sociale, alle abitudini e all’attività
all’aperto per molte persone è difficile, ma per alcune significa rischiare di perdere
tutto.
Nella convivenza forzata esplodono le tensioni e aumentano gli episodi di violenza
domestica. Molte donne e persone LGT*BQI+  ora sono esposte a comportamenti violenti
senza poter  chiedere supporto ad un servizio o alla rete di amicizie, per questo Lucha y
Siesta mantiene sempre attivo lo sportello telefonico antiviolenza.


Il nostro sguardo è ampio, come in tutti i 12 anni di attività, sostiene la comunità nel
restare unita, fare rete, contrastare la violenza e costruire pratiche di libertà. Oggi più
che mai è fondamentale curare le relazioni umane: ne avremo molto bisogno una volta
finito tutto questo, perché le restrizioni imposte avranno profonde ripercussioni sui
legami, sui modi di vivere l'affettività, sul senso di solitudine, sulla capacità di provare
fiducia e guardare alla salute e all'equilibrio nella loro globalità e complessità.
Mantenerci a distanza, non abbracciarci, non vedere nessuno per settimane, non parlare
di persona, non toccare e non essere toccati, relazionarci solo attraverso il web,
studiare, lavorare, amare, solamente in via telematica, ci estranea e disorienta perché
sovverte l'alfabeto delle relazioni e degli affetti.
A tutto questo, aggiungiamo la preoccupazione per le restrizioni delle libertà di
movimento a salvaguardia non di tutte e tutti.

Chi deve continua a trasformare merci e pulire fabbriche esponendosi ad un rischio
troppo alto proprio perché è una giustificazione nel voler contenere il virus, non
possiamo accettare deroghe inutili e infami privilegi.

 

Non una di meno gridiamo da anni nelle piazze, perchè nessuna vita vale meno.
Dobbiamo fermarci insieme e curare quel che resta di una comunità già stanca e divisa.
Le notizie che ci arrivano dalle carceri e dai centri per migranti sono uno specchio per
ognun*; privazione della libertà, isolamento, distanza, razionamento degli alimenti,
sovraffollamento, misure restrittive e violente, annullamento dell'affettività. Il sistema
panottico di controllo della popolazione oggi agisce sui nostri corpi in maniera
particolarmente evidente. Lungi da noi sottovalutare l'epidemia ci concediamo, anche
ora, di ragionare sugli effetti che avrà sulle nostre vite e su quanto il sistema di
controllo stia premendo sull’intera democrazia, su tutte e tutti noi, vulnerabili e
impaurit* più di quanto potessimo immaginare prima.

Al ragionamento segue la voglia di resistere, di fare comunità, di non lasciare nessun* in
solitudine. In questa situazione emergenziale siamo costrette a fermare i nostri corpi,
ma non il nostro sostegno, la nostra professionalità e il nostro modo di essere
femministe e transfemministe, la nostra voglia, oggi, di ripartire da un futuro che
vogliamo migliore.
#RestiamoinCasaMA …. resistiamo insieme.
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