13 May 2020  /  Tiedbelly

La peculiarità di Little Richard, in questa storia che ci riguarda tutti è proprio il fatto che, consapevoli o meno della cosa, ci riguarda tutti.

Non è esattamente un’ abitudine, per il peggior bluesman di Roma est, la “Trasmissione commemorativa”, in relazione ad un evento luttuoso del mondo della musica. Il fatto è che, sebbene in questi anni di programmazione ed in questi specifici tempi di epidemia, la signora con la falce ha mietuto a più non posso, nondimeno, la dipartita dell’uomo che ha inventato il Rock’n’Roll non doveva ricevere un trattamento di semplice rispetto come era stato per i giganti deceduti in precedenza. La peculiarità di Little Richard, in questa storia che ci riguarda tutti è proprio il fatto che, consapevoli o meno della cosa, ci riguarda tutti. Per inventare il Rock’n’Roll, infatti, non è servito soltanto unire una “Mano nera e una bianca” in un matrimonio dirompente musicalmente, ma si è trattato di sintetizzare uno STILE, che come termine è un po’ più generico e concettuale e include un sacco di cose. Ad esempio in quale corpo “sacrificale” si è concretizzata la trinità estetica di “Sex, Drugs & Rock’n’roll”? Nel corpo di Little Richard. Chi è stato il primo artista maschio del mainstream a ostentare la propria sessualità diversa -peraltro accolta come DEVIANZA, dalla società bianca del suo tempo (a parte mamma Bessie Smith ma in una società/mercato meno estesi e connessi…n.d.r.)? Little Richard? Chi ha fatto delle urla cantate una forma di arte? LIttle Richard? Chi non si è fatto mancare niente prima di Keith Richards e John Belushi in termini di consumi stupefacenti? Little Richard! Ora, i filologi e gli storici de ‘stocazzo, storceranno i loro impuzzolentiti nasi al cospetto di questa mia ricostruzione un po’ facilona, tirando in ballo ogni tossico possibile documentato dai tempi in cui il country si chiamava ancora hillbilly e il blues si chiamava già blues. Ok, avete ragione. Peccato che io faccio riferimento al mondo del POP, lo stesso di Michael Jackson prima di Michael Jackson, tanto per dire. Perciò, non mi rompete le palle, e, all together, facciamo un ultimo inchino a questa divinità omnisessuale che tutti accoglie, tutti perdona, tutti fa ballare, che si è chiamata LITTLE RICHARD, su questa terra, per chiamarsi ROCK’N’ROLL, sui libri di storia e nei racconti dei vecchi che saremo noi.

La Discoteca del Diavolo – Playlist

  1. Sister Rosetta Tharpe – Can’t sit down
  2. Jackie Breston & his Delta Cats – Rocket 88
  3. Elvis Presley – Lawdy, Miss Clawdy
  4. The Sonics – Psycho
  5. Jim Jones Revue – The princess & the frog
  6. King Khan & The Shrines – Land of the freak
  7. New York Dolls – Don’t start me talking
  8. The Rolling Stones – It’s only rock’n’roll (But i like it)
  9. Alice Cooper – Under my wheels
  10. The Cramps – The creature from the black leather lagoon
  11. The Jon Spencer Blues Explosion – Bell bottoms
  12. Gun Club – She’s like heroin to me
  13. Bob Dylan – Rolling and tumbling
  14. Johnny Cash & Joe Strummer – Redemption song
  15. Little Richard – Get Rythm