C’è stato un tempo in cui, anche nel mondo d’oro del calcio, giungevano le spinte di rinnovamento prodotte dai movimenti sociali degli anni Settanta.
La storia di Maurizio Montesi, centrocampista della Lazio e dell’Avellino (nel libro chiamato solo M.M.), militante di Lotta Continua, è stata una di quelle più avvincenti e “maledette”, raccontata magistralmente dal giornalista Guy Chiappaventi in “La scomparsa del calciatore militante” (Milieu edizioni).
L’avventura umana, professionale e politica di un giocatore che si è scontrato con l’ipocrisia di un sistema sulla soglia della “controrivoluzione liberale” degli anni Ottanta, tra calcioscommesse, avanzata degli ultras, la morte di Paparelli, i tentativi di sindacalizzazione e tanto altro.
La presentazione del libro, ospitata dagli spazi del Casale Garibaldi, è stata un’occasione unica per discutere di neo-calcio, tifo, anomalie di sistema, possibili vie di fuga e contronarrazione di un fenomeno popolare da sempre manipolato da spinte eterodirette che tendono a snaturarne l’essenza. Lo abbiamo fatto insieme a Massimo Maestrelli, Luca Pisapia (giornalista), Carlo Pellegrino (medico, ex militante di Lotta Continua), Mauro Manzoni (ex giocatore della Lazio) e Marco Geppetti (fotografo).
*Guy Chiappaventi è un giornalista di La7. La sua carriera l’ha portato a muoversi fra il G8 di Genova, il crollo del regime di Saddam Hussein, la Roma di Mafia Capitale e numerosi altri fatti di notevole rilevanza. Ha pubblicato “Baghdad anno zero” (Limina, 2003), “Pistole e palloni” (Castelvecchi, 2003), “La valigia del centravanti” (Limina, 2004) e “Aveva un volto bianco e tirato. Il caso Re Cecconi” (Tunué, 2016).
A cura di Straccaletto (Search & Destroy Radio) e Casale Garibaldi – Common at Work.
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