Il ritorno dei ribelli!

Articolo a cura di Mario “Dread” Conte

La band di Birminghan torna dopo ben 15 anni dal suo ultimo lp, African Holocaust, del 2004.
A più di quaranta anni di distanza dall’indimenticabile e fondamentale album “Handsworth Revolution” il messaggio degli Steel Pulse rimane inossidabilmente chiaro: musica di protesta militante, rasta e positiva, liriche tanto consapevolmente critiche quanto confidenti nella speranza che il mondo possa cambiare attraverso la lotta, la volontà e la presa di coscienza.
Lo stesso titolo del lavoro è esemplificativo: nell’era dei social network la manipolazione di massa, strumento usato dal potere per asservire ai suoi scopi gli individui, è il nemico da combattere con ogni mezzo necessario…e gli Steel Pulse lo fanno, come da sempre, con la loro arma migliore: la musica; suonata con passione e sincerità.
Nonostante i molti cambi di formazione il nucleo costitutivo della band, ruotante attorno al tastierista/corista Selwyn Brown e l’iconico frontman e cantante David “Dread” Hinds, ha mantenuto un sound saldamente legato ai propri marchi di fabbrica.

17 brani suonati magistralmente, un’interpretazione del Reggae unica e subito riconoscibile, soluzioni musicali mai scontate ma sempre catchy.

L’inconfondibile e cristallina voce di David si alterna ad assoli e stacchi che hanno il sapore del Rock, del Punk e del Jazz e che a loro volta impreziosiscono questo disco che una volta ascoltato fa pensare che alcune volte attendere così tanto ha il suo perchè…
Anticipato dal singolo “Cry Cry Blood”, per il quale è stato anche prodotto un bellissimo video ufficiale, ed uscito sull’etichetta Rootfire Cooperative Mass Manipulation sancisce un tonico ritorno del gruppo Inglese nelle classifiche mondiali e speriamo sia l’apripista per il loro prossimo, ennesimo e sempre atteso, tour mondiale!

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