Domenica 21 ottobre 2018 si e’ svolta la prima tavola rotonda su temi artistico-culturali a cura di Grog, rivista indipendente.

L’iniziativa, dal titolo “Autoproduzione, controcultura e underground tra ANTAGONISMO e ONANISMO: lo stato sotterraneo dell’arte! “, e` stata realizzata negli spazi di Esc Atelier a San Lorenzo e seguita in diretta da noi di RadioSonar.net.
Molti gli artisti coinvolti nel dibattito tra cui Grog, Valerio Bindi, Ex-Voto fecit, Wuarky, Andro Malis.
Dopo il benvenuto negli spazi a cura di una compagna di Esc e l’introduzione alla tavola a cura dei giova di Grog, tre le domande che hanno animato la discussione e aperto il dibattito:
Come si può essere e fare gli artisti oggi?
Quali sono le difficoltà e gli ostacoli maggiori che si incontrano volendo fare l’artista e l’arte di strada oggi?
Se e come e` possibile trasformare l’Arte, oggi, in qualcosa di cui poter vivere.
Da queste tre domande tanti gli argomenti, le esperienze, le divergenze i ragionamenti, gli spunti di riflessione scaturiti.
In apertura si e’ parlato a lungo di festival, riviste, fanzine e autoproduzione soffermandosi sul concetto che oggi i festival svolgono una funzione comunicativa importante e paragonata a quella delle riviste in altri tempi.
Quindi si e’ disquisito intensamente sul senso fare arte e politica, sul senso forme e contenuti scelti e usati, sull’Autoproduzione come scelta o come scelta politica, sui contenuti e sulla definizione di cosa e’ la scena e la vita underground, non nello stile underground,  e in quanto queste esperienze siano forme di vita incapaci di essere altro se non queste stesse.
Il confronto ha preso poi una piega più intima e relativa alle singole esperienze e hai vissuti artistici di ognuno, molto forte emerge da questi, come fosse un vero filo che tiene strette le trame del tessuto fasto e variegato presente, quanto la coerenza, l’autenticità, il restare puri e fedeli hai propri principi siano temi preziosi e cari a tutti.
In chiusura, dopo la messa in mezzo di Michelangelo, artista geniale, di cui ripercorrere le gesta con orgoglio, ci si confronta sull’impossibilita’ di vivere a lungo nelle condizioni di precarietà di vita e futuro che oggi facendo L’ Artista si rivoltano; e’ cosi che  si chiude scoprendo che vivere da Artista e’ possibile, con caparbietà, non desideri di ricchezza, solo con sacrificio e determinazione, ma che in Italia  rutto questo è molto  più complesso e demotivante che altrove.
Tante le cose ancora da aggiungere, ma il podcast e’ qui per questo, quindi: Buon ascolto.