Previste piazze in tutto il territorio nazionale contro le politiche antipopolari del governo Draghi, i provvedimenti che aumentano le disuguaglianze, l’attacco al lavoro e ai diritti sociali.

 

Contributi audio dai fronti di lotta

José Nivoi – CALP (Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali) di Genova

Giacomo Gresta – Federazione del Sociale USB

Nicole – Assistente di Volo – Comitato Tutti a Bordo, No al piano Ita

Riccardo – Delegato Cobas Tim, membro del Coord. Naz. RSU

Dopo lo sciopero generale del 11 ottobre, tornano in piazza sindacati di base e organizzazioni politiche conflittuali.

 Previste piazze in tutto il territorio nazionale per esprimere l’opposizione a questo governo delle larghe intese, promotere di politiche di austerità, fatte di tagli alla spesa pubblica (previsti 6 miliardi di tagli alla sanità tra il 2022 e il 2023) e redistribuzione della ricchezza verso l’alto. Vengono varate riforme liberiste grazie ai fondi del PNRR con investimenti da destinare soprattutto al settore privato, alle grandi imprese, mentre si socializza il costo della crisi in nome di quelle condizionalità volute dall’Europa. Aumentano così le disuguaglianze grazie alla legge di bilancio che prevede una riduzione del deficit pubblico e quindi della spesa pubblica, al decreto concorrenza che spinge alle privatizzazioni dei servizi, ad una fiscalità che agevola i redditi più alti (mentre per i più bassi tutto resta invariato) e alla semplificazione degli appalti a scapito di sicurezza e tutela della salute e del territorio.
In questo contesto si inseriscono lo sblocco dei licenziamenti, le delocalizzazioni, la precarizzazione del lavoro, il sistema dei subbalti, l’erosione dei diritti, i salari da fame (diminuiti in media negli ultimi 30 anni secondo dati Ocse), la stretta sul reddito di cittadinanza, l’aumento dell’età pensionabile con il ritorno alla Fornero, l’aumento del carovita e quindi delle bollette e dei prezzi dei beni di prima necessità.
La gestione delle crisi industriali manifesta la mancanza di un piano e una visione strategica di rilancio dell’economia, che rende il nostro Paese terreno da depredare da parte delle multinazionali e dove a pagare il prezzo delle crisi sono sempre i lavoratori, in termini di occupazione, sicurezza, diritti, salute e retribuzione . Lo abbiamo visto con Gkn, Alitalia, Ilva, Whirlpool, Gianetti gomme, Piaggio, Stellantis, Tex Print, lo abbiamo visto nel settore della logistica e nei porti…la lista è molto lunga..
Una politica completamente asservita all’Europa, alle multinazionali, alla finanza e a Confindustria  che subordina l’interesse collettivo agli interessi del mercato.
Intanto l’unica “ricetta” per rispondere alla crisi pandemica sono solo i vaccini che permettono grandi profitti alle multinazionali del farmaco ma restano coperti da brevetti e al contempo si dimostrano insufficienti in assenza di quei provvedimenti che attraverso il potenziamento della sanità pubblica, del trasporto pubblico, della scuola pubblica e dei servizi possano incidere sugli aspetti quotidiani della vita delle persone e contenere i contagi.
Per tutte queste ragioni oggi si fa sempre più urgente la necessità di un fronte unito e conflittuale che porti avanti le istanze dei settori popolari,  quelli che subiscono gli effetti di queste politiche e il conseguente peggioramento delle proprie condizioni di vita.
La vera opposizione al governo Draghi è la lotta nei luoghi di lavoro, per i diritti fondamentali, per la giustizia sociale e in difesa dei territori e dell’ambiente che sempre di più le nostre democrazie occidentali stanno sacrificando in nome del profitto privato e per assecondare il “dio” mercato.
“La piattaforma di lotta dello sciopero generale dell’11 ottobre, promosso da tutto il sindacalismo conflittuale e di base, ha individuato con precisione i temi sui quali proseguire la mobilitazione il 4 dicembre:
    No ai licenziamenti e alle privatizzazioni
    Lotta per il salario e il reddito garantito
    Cancellazione della Legge Fornero
    Contrasto al carovita e ai diktat dell’Unione Europea
    Rinnovi contrattuali e lotta alla precarietà per la piena occupazione.
    Forti investimenti per scuola, sanità, trasporti, previdenza pubblica e casa, contro le spese militari e le missioni all’estero, a favore di una necessaria spesa sociale
    Per un fisco equo che aggredisca le rendite e riduca le disuguaglianze sociali.
Per costruire un vasto movimento popolare che contrasti con la mobilitazione e la lotta questo disegno autoritario, questi gli appuntamenti principali di sabato 4 dicembre organizzati dall’Unione Sindacale di Base insieme ad Adl Cobas, Clap, Cobas Confederazione, Cobas Sardegna, Cub, Fuori Mercato, Orsa, Sgb, Sial Cobas, Unicobas, Usi-Cit:
    Torino piazza Solferino h.14.30
    Genova piazza Caricamento h.15.30
    Milano palazzo della Regione h.16
    Padova piazzale della Stazione h.14.30
    Bologna piazza dell’Unità h.10
    Firenze piazza della Stazione h.15
    Pisa piazza XX Settembre h.15
    Ancona piazza Pertini h.11
    Terni piazza del Popolo h.15
    Roma piazza della Repubblica h. 15
    Pescara piazza Sacro Cuore h. 16
    Campobasso Prefettura h.10
    Napoli piazza del Gesù h. 14.30
    Bari piazzale INPS h.10
    Potenza Pisticci Scalo h. 16
    Matera Prefettura h.10.30
    Cosenza piazza Kennedy h. 17
    Reggio Calabria piazza Camagna h.17
    Palermo piazza Politeama h.17
    Catania piazza Cavour h.16.30
    Messina Prefettura h.10.30
    Cagliari via Roma h.16
    Sassari piazza Castello h.17″

A cura di Sara Puglia

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