22 aprile – É l’ora della variante operaia! Sciopero!

Nella giornata di sciopero indetto dall’USB, “studenti e lavoratori figli della stessa rabbia” come recita uno slogan di chiamata alla mobilitazione, hanno percorso le strade di Roma in un corteo molto partecipato con delegazioni da tutto il Paese.

Una marea umana della classe popolare che non ci sta a pagare una crisi che ormai parte da lontano e attraverso la pandemia ed ora la guerra in Ucraina, a cui il nostro governo sta partecipando attivamente attraverso l invio di armi, viene scaricata come sempre sulle classi subalterne. Il rifiuto della chiamata alla guerra pompato dai media e che riflette precise scelte politiche del nostro Governo all’interno dell’alleanza Nato, sono tra le rivendicazioni dello sciopero a cui aderiscono comparti come quelli dei portuali e aeroportuali, che si battono contro il traffico di armi.

Ed in effetti il rifiuto di essere complice dell’ingranaggio che permette all’industria della morte di espandersi, fa degli operai, come abbiamo visto anche in Grecia dove i ferrovieri e i portuali si sono opposti all’invio di armi verso un conflitto che rischia di durare a lungo e allargarsi, un’avanguardia nell’ accendere la miccia del movimento più ampio contro la guerra.

È questo uno sciopero che vede la saldatura tra operai e studenti, che attraverso le lotte di questi mesi hanno espresso una grande conflittualità soprattutto contro l’alternanza scuola lavoro che li sfrutta e uccide fin dai banchi di scuola, contro la scuola azienda e il disinvestimento nell’ istruzione, destinato ad aumentare come dimostra il Def.

Alla precarietà, allo sfruttamento favorito dal sistema degli appalti, alla mancanza di diritti e sicurezza sui luoghi di lavoro, alle delocalizzazioni, ai licenziamenti, ma anche alle politiche di privatizzazioni dei servizi, rincari, aumenti di prezzi e bollette, rispondono coloro che lavorano nella raccolta, produzione, stoccaggio e movimentazione delle merci, insieme ai vari settori della società sempre più impoveriti.
Abbassate le armi alzate i salari!

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