CILE: CRONACHE DA UN COLPO DI STATO – 21 ottobre 2019

di  Radio Placeres e parte della Rete di mezzi di comunicazione di Valparaíso, Cile.

Stato di Eccezione e Coprifuoco in Cile.

corrispondenze audio da Radio Placeres:

 

Il 6 ottobre 2019 si alza la popolazione di Santiago contro l’ennesimo aumento del biglietto della metro a $830. Gli studenti, per questo aumento del costo della vita, sommato ad altri abusi, come le Forze Speciali dentro le aule del liceo (per esempio nell’Istituto Nazionale), incitano a “evadere, non pagare e altre forme di lotta”, oggi chiamate “Evasioni di Massa”.
Due settimane dopo, l’incitamento si estende per tutta Santiago.
Questo atto di disobbedienza civile di massa é usato come scusa dal Presidente Sebastián Piñera per dichiarare uno stato di emergenza, di eccezione costituzionale e coprifuoco a Santiago.

Questo significa  una sola cosa: militari per le strade della capitale.

Da lì inizia l’indignazione popolare in tutto il territorio. Questa solidarietà si estende a tutto il Cile, all’inizio nei grandi centri urbani, per poi espandersi ai paesi, strade statali e campagne.

https://twitter.com/i/status/1187484772198694912

Tra Stato d’Eccezione e Movimenti di Massa.

Ciò che era iniziato come una protesta sociale nella città di Santiago, si trasforma in una protesta nazionale per l’indignazione popolare in tutto il territorio.
Le popolazioni di tutto il territorio, individualità e organizzazioni sociali formali e informali, escono per strada e si alzano in protesta il 18 ottobre.
La rabbia é espressa contro le banche, le chiese e i grandi centri commerciali.
Immediatamente appare la repressione attraverso la polizia e le forze armate per difendere la proprietà privata e cercando di spaventare il popolo.
La stampa ufficiale ha attuato come un altro agente di repressione, omettendo fatti di violenza statale, criminalizzando la protesta e cercando di generare divisione nel popolo.

Questa esplosione é frutto della miseria imposta da almeno 30 anni in questo territorio. La salute e educazione pubblica in stato miserabile, il sistema di pensioni che condanna a una vecchiaia di povertà e abbandono, il saccheggio dell’acqua e la terra, che ha ridotto a gran parte della popolazione alla fame e alla sete, l’approvazione del TPP11, progetto che privatizza i semi, aumenta i prezzi dei medicinali e attenta contro le libertà della popolazione in generale.
Queste sono solo alcune delle ragioni.
Lo stato del Cile funziona come una impresa privata e la direzione risiede nella Presidenza e le transnazionali. Oggi finalmente il popolo si é svegliato.

L’ultima giornata é stata marcata dalla presenza militare e delle forze speciali, carabinieri e polizia di investigazione sparano alla popolazione in protesta e non.
A esempio di ciò va menzionato il lancio di bombe lacrimogene in strade dove transitavano solo passanti o nei mercati di frutta e verdura e durante manifestazioni pacifiche. Arresti illegali da parte di civili e militari in auto private. Civili che forzano le porte dei locali commerciali per metterli a disposizione del saccheggio in luoghi non custoditi dalla polizia, i quali si trovano nei luoghi di protesta sociale e incluso reprimendo manifestazioni carnevalesche previamente organizzate.

Fatti inediti sono evidenziati dai video che mostrano militari impedendo ai pompieri di spegnere incendi dolosi. Militari nei vagoni della metro della Regione di Valparaíso che commettono abusi su civili denunciando persone che protestano per poi farle arrestare dagli agenti di repressione.

1333 persone arrestate: donne, uomini, bambine, bambini e adolescenti.

E poi c’é il popolo che  lottando, resistendo, uscendo per strada, disobbedendo ai coprifuochi, affrontanta lo stato di eccezione, organizzando cene solidali  comuni per alimentarsi comunitariamente, realizzando manifestazioni spontanee in tutto il territorio cileno.

 

Attualizzazione della situazione in Cile da Valparaíso.

informiamo la Comunità Internazionale sui fatti in materia di diritti umani e le responsabilità del governo fino ad oggi, giovedì 24 ottobre 2019.

La violenza statale di fatto, che non dispone di un sostegno normativo per le facoltà che stanno assumendo oggi i militari, é indagata da avvocate e avvocati per dichiarare incostituzionale la situazione attuale del Cile in stato di eccezione, il quale ci porta a vivere la brutale repressione esercitata dai militari armati contro le persone in pieno e legittimo diritto alla protesta in “democrazia”, inoltre si stanno massificando gli arresti illegali da parte dei carabinieri.

Si riportano militari, persone armate e addestrate per uccidere, irrompendo e sparando all’interno delle case, attuando in maniera violenta e senza imputazione di delitto, realizzando azioni in maniera arbitraria e sospendendo diritti fondamentali come il diritto al libera circolazione e alla riunione sociale.

La realizzazione di queste azioni é tipico di uno stato d’assedio

A Valparaíso un gruppo di avvocati ha presentato un appello contro queste situazioni illegali, accusando le autorità in carica di tutte le violazioni in materia di diritti umani commesse da quando é iniziato il primo coprifuoco questo sabato 19 ottobre 2019, notte nella quale abbiamo iniziato a diffondere filmati dei militari per le strade della città

Il coprifuoco é stato replicato a Santiago e Concepción e poi esteso a Arica, Antofagasta, Calama, Mejillones, Iquique, Alto hospicio, La Serena, Coquimbo, Rancagua, Talca, Valdivia, Osorno e Puerto Montt.

La normativa costituzionale é obsoleta, infatti risale al 1985, epoca della dittatura di Pinochet, e conferisce al presidente la responsabilità che gli alti comandi militari hanno assunto.
Noi organizzazioni sociali e comunitarie aspettiamo i rapporti in materia di diritti umani e sappiamo del blocco d’informazione da parte dei consultori di salute, per questo lo denunciamo.
Sono circolate fake-news per seminare il panico nella popolazione e una serie di fatti che dettaglieremo qui in seguito:

Montaggio, incendi e saccheggi

Siamo stati testimoni di come le forze repressive stesse abbiano incendiato centri commerciali. stazioni della metro e banche, iniziando gli incendi in presenza dei manifestanti. I saccheggi si sono massificati grazie ai carabinieri e militari, i quali hanno organizzato l’ingresso di gruppi di persone ai locali commerciali, per poi reprimerli all’uscita davanti alle telecamere delle televisioni nazionali. Queste informazioni ci arrivano tramite video dai Social Network, specialmente Twitter, così come video di barricate e danni causati da funzionari dello stato sono diventati virali, denunciando cosí “l’autocolpo di stato” e il suo montaggio per criminalizzare la protesta.

Aggressioni, arresti e assassinati


Gli arresti avvenuti con aggressioni e torture, si sono realizzati impunemente durante tutta la giornata di protesta, e sono stati identificati centri di tortura improvvisati e illegali nelle stazioni della metro di Santiago.
Sono 1000  i casi di aggressioni denunciati attraverso i Social Network, come anche gli arresti illegali realizzati dai carabinieri. Persone ferite sono state private dell’attenzione medica nei consultori, a causa do ordini provenienti dalla direzione, violando così il diritto fondamentale alla Salute. Sono state denunciate persone scomparse che dopo qualche ora sono apparse dopo essere state aggredite fisicamente e psicologicamente dalle Forze dell’Ordine.

Fino ad ora, mercoledí 24 ottobre, non sappiamo con certezza assoluta il totale dei morti dato il blocco di informazione, le cifre ufficiali paralano di 15 morti confermati dal governo, dei quali abbiamo potuto identificare sette a livello nazionale:

Metropolitana Occidente:

Paula Lorca Zamora (45 anni)

Alicia Cofré Peñailillo (47)

Metropolitana Centro Norte:

Renzi Barbosa, peruviano.

Maule:

José Miguel Uribe Antipani (25), per mano di un militare.

Coquimbo:

Kevin Gómez Morgado (23), per mano di un militare.

Romario Veloz Cortes (26), ecuadoregno morto per mano diun militare in un mall.

Una situazione allarmante che proviene dalla dittatura civico-militare.

E’ stato lanciato l’appello  ai riservisti dell’esercito per unirsi ai militari che oggi giorno abusano, reprimono, violentano, assassinano gli abitanti del territorio cileno.

Lanciamo un appello a tutti i mezzi di comunicazione liberi e alle persone di coscienza a diffondere quello che succede in Cile, esiste un assedio informativo che blocca molta informazione e solo evadono questo blocco alcune informazioni.

Stanotte avremo l’ennesimo coprifuoco, l’inflazione e lo scarso approviggionamente sono imminenti, ma non abbassiamo le braccia, non abbiamo paura, abbiamo la forza per continuare a gridare le nostre richieste per un mondo migliore e cambiare la costituzione obsoleta che ci riduce all’esercito militare  per le strade e perdendo i nostri diritti fondamentali.

Non siamo in guerra, siamo in rivolta, che si sappia, spargete la voce.

Maggiori informazioni www.radioplaceres.cl