Otto anni fa – dall’incontro di studenti e studentesse impegnati nel movimento studentesco e attiviste e attivisti degli spazi sociali del III Municipio – nasceva il Lab! Puzzle. Un’occupazione di nuova generazione, al centro della tempesta perfetta della crisi finanziaria. Qui una generazione, la prima dal dopo guerra che vedeva il suo futuro ben più precario e difficile di quello dei genitori, si interrogava su come costruire strumenti di welfare e riappropriazione adeguati alla propria condizione e, contemporaneamente, come mettersi in connessione con i bisogni di altri.
In questo clima, negli ex uffici del III Municipio in via Monte Meta 21, è nato un laboratorio unico nella nostra città. Un esperimento di mutualismo dal basso che comprende lo sportello legale e di segretariato sociale “Tuteliamoci”, uno spazio di coworking per precari e precarie, una scuola d’italiano per migranti, la scuola popolare “Carla Verbano” per il sostegno ai ragazzi e alle ragazze che frequentano la scuola dell’obbligo, un’accademia di fumetto e illustrazione, un’aula studio autogestita da studenti e studentesse del territorio, un’officina digitale per l’alfabetizzazione informatica e la diffusione della cultura open source, un repair caffè in chiave autoconsumista e per un economia circolare, e infine uno spazio abitativo dove vivono venti giovani, tra precari e studenti, che qui hanno trovato una risposta al problema della casa nella città del caro affitti e dell’emergenza abitativa.
Da due anni abbiamo deciso di dotarci di uno statuto di autogoverno.

Crediamo infatti che sia necessario, oggi più che mai, riprendere un discorso pubblico ed efficace su democrazia diretta e beni comuni che parta dal protagonismo di chi, ogni giorno e in prima persona, costruisce spazi di solidarietà e di vita fuori dalle logiche del mercato e della competizione neoliberista. Per questo parliamo di autogoverno e di istituzioni del comune, perché la ricchezza che ogni giorno vive in questi ex uffici – per lungo tempo abbandonati – non può essere imbrigliata all’interno della classica dicotomia pubblico-privato.
In questi anni abbiamo visto gli spazi sociali e di mutualismo della nostra città resistere a un feroce attacco delle istituzioni, fatto di sgomberi, sigilli, procedure amministrative e processi penali. Ma per difenderci occorre ora rilanciare spostando in avanti l’asticella dell’asfittico dibattito legalitario. Come si costruisce un bene comune? Questa è la domanda che poniamo a tutte e tutti, consapevoli che alcune interessanti strade sono state già aperte.