I rappers non sono cantanti, i dj non sono musicisti, la vera musica è con gli strumenti,
questo è solo rumore…

Quante volte ci siamo sentiti dire frasi come queste, noi che ascoltavamo rap negli anni 80 e 90, quando questa cultura si cominciava timidamente a diffondere anche nel nostro paese? Ma in fondo anche oggi, che i rappers sono sulle prime pagine dei giornali e occupano i primi posti in classifica, sono ancora parecchi a storcere la bocca, a tenere alto il vessillo della “vera musica”.

Di rispondere a certe critiche mi sono stufato da un bel po’ di anni. Quello che invece non mi stancherò mai di fare è cercare di far capire, a chi avesse ancora voglia di ascoltare ed approfondire, è il modo in cui il rap abbia in qualche modo rivoluzionato il concetto di fare musica.

Grandmaster Caz, rapper del gruppo old school Cold Crush Bros, pioniere dell’Hip-Hop e figura fondamentale di questa cultura, ha detto una frase perfetta “L’Hip-Hop non ha creato nulla ma ha reinventato tutto”. L’affermazione è inattaccabile, perché non c’è stato alcun tipo di movimento artistico che abbia saputo attingere dal passato e riadattarlo, trasformandolo, in maniera eccezionale al presente come ha fatto l’Hip-Hop. Non solo, questo modo di fare è stato ripreso, quando non copiato, anche da molti esponenti blasonati di altri generi considerati “veri”. Ed oggi, mentre si festeggiano i 50 anni dell’Hip-Hop, i cantanti pop chiedono aiuto al rap per entrare in classifica.

Non è musica, dicevano. E’ vero, nel rap gli strumenti non ci sono (si, lo so che ormai molti rappers utilizzano una band e molti musicisti suonano negli album rap, ma in origine il rap consisteva nelle figure del rapper e del dee-jay).
E allora da dove viene il 
suono su cui i rappers adagiano i loro versi? La risposta è chiara: dai campionamenti.
Se lo vogliamo dire in inglese, dai famigerati samples. Un campionamento non è altro che una parte di un’altra canzone, soprattutto funk o soul ma non solo, che viene separato dal resto della traccia per creare una nuova base musicale. E’ ovviamente fondamentale il breakbeat, cioè la parte isolata di batteria sincopata che costituisce da sempre il cuore di un beat Hip-Hop. Ma poi ci sono centinaia di sfumature, di sovrapposizioni, di parti suonate, cantate o solo accennate che si fondono tra loro e vanno a creare la parte strumentale di una nuova canzone. Ed è così che vecchi brani, a volte persino dimenticati, vengono rimessi in vita dal rap, in una dimensione del tutto nuova ed inaspettata. Sono centinaia gli artisti il cui catalogo è stato saccheggiato, da James Brown a Bob James, dai Parliament agli Chic.
Inizialmente
molti si stranivano, poi, quando sono cominciati ad arrivare i diritti del campionamento, pian piano hanno quasi tutti cominciato a capire che tutto sommato questa “non musica” non era poi così male.
E tanti di loro sono riemersi dal
dimenticatoio, ritrovando persino una ringiovanita carriera.

Un bacino a cui l’Hip-Hop ha attinto con ardore è quello delle colonne sonore.
Blaxploitaion, senza dubbio ma anche poliziotteschi italiani. Ed un nome legato a questo genere (ma non solo, ha fatto anche tanto altro) è quello del Maestro Franco Micalizzi

Gli Originali -Colle Der Fomento and F. Micalizzi – Il cielo su Roma I Colle Der Fomento con “Il Cielo su Roma” e “Vita” medley su “Delitto sull’autostrada” insieme a Next One ne “Gli Originali” presente nel DVD della registrazione ufficiale del live tenutosi al Rolling Stone di Milano il 30 maggio 2006.

Romano, classe 1939, Franco Micalizzi ha composto la musica per le colonne sonore di oltre 40 film, tra gli anni 70 fino ai primi 90. Dal suo esordio col fortunato spaghetti-western Lo Chiamavano Trinità con la premiata coppia Bud Spencer-Terence Hill, passando per dei piccoli cult del B-Movie come Napoli Violenta, Roma A Mano Armata, Stridulum e La Banda Del Gobbo, le musiche di Micalizzi sono sempre state parte fondamentale dei film in cui venivano inserite. Riconosciuto come unanime fonte d’ispirazione per molti beatmakers Hip-Hop italiani, il suo nome si è legato alla doppia H con una delle collaborazioni più belle mai fatte nell’ambito di questo genere in Italia: Gli Originali, dei concerti in cui rappers italiani quali Kaos, Colle Der Fomento, Turi e e deejay come Tay One e Deda, si sono esibiti sulle musiche originali del Maestro eseguite dal vivo con orchestra.
Ma alla sua musica si legano anche vari beat importanti dell’Hip-Hop statunitense, che lo ha campionato in lungo e largo. Io ne ho scelte cinque da condividere insieme a voi:
Sadness Theme (da Stridulum) campionato da Danger Mouse & MF Doom in The Mask.
Da uno degli album più innovativi della prima parte del nuovo millennio, quello nato dalla combo micidiale MF Doom – Danger Mouse, uno dei brani simbolo della carriera del compianto Doom, “The Mask”, giovava di un sample da un estratto da “Stridulum”, colonna sonora plurisaccheggiata. Il brano originale è una classica traccia malinconica orchestrale che si evolve in leggiadri assoli di chitarra intersecati a vocali esoterici e tastiere che creano inarrivabili atmosfere. Danger Mouse attinge a piene mani dall’opera ed inventa una base tesa e cinematografica che vede Doom al suo meglio, in questo caso anche accompagnato da un sontuoso Ghostface. Altissimi livelli.

Affanno (da Il Cinico, L’Infame ed Il Violento – Violence!) campionato da Shabaam Sahdeeq in Are You Ready?
Tiratissimo pezzo trascinato da fiati e riffone funky che ti entra in testa, “Affanno” è uno dei brani più amati di Franco Micalizzi, grazie anche ai suoi cambi di ritmo, al breakbeat che parte dopo un po’ e al suo mood iperpoliziottesco. Alchemist quasi non se lo è lasciato sfuggire, e agli albori della sua carriera da superproducer, lo regala ad uno dei lyricists più importanti ed allo stesso tempo ingiustamente meno acclamati della scena newyorkese, il grande Shabaam Sahdeeq. “Are You Ready” sfrutta la composizione in tutto il suo groove, e corroborata da scratch ed il flow immacolato di Shabaam, è un piccolo capolavoro dell’underground.

Da Corleone A Brooklyn Sequenza I – Titoli (da Da Corleone A Brooklyn) campionato da Gang Starr in So Many Rappers

Come può far intuire il titolo del film da cui è tratto, “Da Corleone A Brooklyn” è un brano teso, con le canoniche parti orchestrali da gangster-movie, ma allo stesso tempo incentrato su un groove leggero, quasi pop, seppur nelle sue complessità che girano intorno a fiati e piano. Nel grande lavoro fatto da DJ Premier per mettere insieme “One Of The Best Yet”, album in cui recuperava vecchi vocali dello scomparso Guru costruendoci beat col suo stile dorato, questo brano di Micalizzi veniva utilizzato per “So Many Rappers”, in cui il breve rap viene esaltato dalla musica. Premier non è mai banale nella messa a punto dei samples, e anche in questo caso il tutto è
destrutturato e lavorato con dovizia unica ma l’apporto sonoro di Franco è assolutamente inconfondibile.
Trinity’s Valley 3 (da Lo Chiamavano Trinità) campionato da Fabolous in For The Summer

La chitarrina country-western che da semplice accompagnamento agli spostamenti via amaca trainata di Trinità è ben lontana dal costituire il meglio del repertorio orchestrale micalizziano ma è talmente iconica e stampata nell’immaginario collettivo che l’unico campionamento da essa ricevuto non poteva non essere citato. Ci ha pensato il semisconosciuto producer Sonaro, che ha fornito Fabolous di un beat sufficientemente frivolo quanto efficace da risultare perfetto per un suo brano estivo, For The Summer”, incluso in un mixtape del 2015 chiamato “Summertime Shootout”.
I versi del bravo rapper newyorkese cavalcano una base che fino a metà del pezzo è priva di batteria e si forma proprio intorno al brano di Micalizzi, regalando un mood che non è solo divertissement ma anche nostalgia e contrasto. Sottovalutato e da riscoprire.
Sequenza 13 (da Violence! – Il Cinico L’Infame ed Il Violento) campionato da Conway The Machine in Arabian Sam’s

Il team Griselda deve il suo successo anche all’attenzione nella scelta dei beats, al punto che le sonorità noir e cinematografiche sono state riportate in auge da loro, soprattutto grazie all’opera del beatmaker di casa, Daringer. Che non si è lasciato sfuggire un sample di Micalizzi per “Arabian Sam’s”, brano tratto dall’album del 2017 G.O.A.T.” di Conway che vede la partecipazione di Styles P. I classici gangster-verses dei due rappers sembrano fatti apposta per cavalcare le sonorità cupe e tese sorrette da violini, organi e tastiere che quasi suonano nel buio. Un capolavoro di Micalizzi per una delle sue colonne sonore più riuscite e più apprezzate, tra le tante inimitabili perle
di una discografia che non può passare inosservata.

Ah, andatevi a sentire la nuova composizione del maestro qui: