Secondo giorno di questa quinta edizione dell’IFest 2018. Una giornata ricca di contenuti politici e culturali.
Il festival è iniziato con un interessante dibattito: “Il razzismo di Stato da Minniti a Salvini” con la presentazione del libro I confini dell’inclusione. La «civic integration» tra selezione e disciplinamento dei corpi migranti (DeriveApprodi Editore) sono intervenuti i curatori del volume e ricercatori Maurizia Russo Spena, Enzo Carbone, Enrico Gargiulo, Miguel Mellino (Università l’Orientale di Napoli), Giuseppe Faso (insegnane e scrittore) e Giuliano Santoro (Il Manifesto) nel ruolo di moderatore.
Parte la diretta, sotto il tendone rosso- media-lab inizia una nuova sessione di grandi interviste, ma non prima di aver sentito la poesia giornaliera di Lorenzo e il saluto di Radiosonar.net a cura di Claudia (Mangiaradio).
Poco prima di salire sul palco abbiamo incontrato il Maestro della Banda Popolare di Testaccio.
Con lui Straccaletto (Search & Destroy Radio) e Tiedbelly (La Discoteca del Diavolo) di Radiosonar.net abbiamo scoperto la realtà della scuola popolare di musica e approfondito il tema del valore che i festival indipendenti portano nelle città.
E’ tempo di Paolo Fresu e del suo Devil Quartet.
Intervista bella e ricca di spunti culturali dove un serrato dialogo tra gli speaker e i componenti del quartetto, ci offre un’analisi dell’ultimo lavoro del quartetto, Carpe diem, produzione interamente acustica in bilico tra atmosfere mediterranee e derive urbane.