Report dalla manifestazione nazionale del 18 settembre 2021
La grande affluenza a Firenze a seguito della chiamata del consiglio di fabbrica della GKN è lo specchio di un Paese che ha bisogno di riportare il tema del lavoro al centro delle mobilitazioni e delle lotte.
Francesco Lavoratore GKN
Laura Coordinamento donne lavoratrici GKN
Daniele Cofani – operaio Alitalia – Cub Trasporti e promotore Comitato Tutti a Bordo, No al piano Ita!
Francesco Staccioli esecutivo nazionale USB lavoro privato
Dolores della Magni*fica racconta il Pride
Interviste dal corteo a cura di Gabriella
Interviste dal corteo a cura di Graziella
Intervista a Nicoletta Dosio
Contributi audio a cura di Isabella dalla Marcia per la Terra – Mondeggi
Quello che accade non è altro che l’effetto di anni di politiche di deregolamentazione, di attacco ai diritti che erano stati conquistati, la mostruosità del job act, i tagli salariali, l’espulsione di centinaia di migliaia di donne dal lavoro durante la pandemia, la precarizzazione dei lavori, le delocalizzazioni, il sessismo, il razzismo e l’abilismo.
Il peggioramento delle condizioni di lavoro ha conseguenze nelle morti e negli incidenti ed è espressione di una classe politica di centrodestra e centrosinistra completamente prona alle logiche di mercato, a quelle della finanza e agli interessi del grande capitale, delle corporazioni e delle multinazionali.
Grazie ad esse oggi un fondo straniero, la Melrose, può chiudere uno stabilimento in attivo come quello di Campi Bisenzio, dove vengono prodotti semiassi, lasciando a casa 500 persone e comunicandoglielo per e mail, per andare a investire dove gli conviene di più e speculando sulle ristrutturazioni aziendali, in cui i lavoratori sono solo un danno collaterale.
Questa volta però padronato e politica non si aspettavano una risposta di questa portata che ha portato all’assemblea permanente in GKN dove si sta continuando a presidiare la fabbrica impedendo di portare via i macchinari chiamando ad una lotta che vuole estendere e allargare i diritti, per il lavoro, contro le delocalizzazioni e lo smantellamento del tessuto industriale e produttivo del nostro paese, per rigenerazioni e riconversioni che siano realmente contro lo sfruttamento delle vite e dei territori.
I lavoratori GKN sono organizzati e determinati e sanno che la loro lotta è la stessa lotta dei lavoratori Whirpool contro la chiusura dello stabilimento , è la lotta dei lavoratori della logistica contro il sistema di sfruttamento degli appalti o di quello del tessile di Prato che chiedono condizioni di lavoro e salario dignitosi, è la lotta dei portuali contro il traffico di armi, è la lotta dei dipendenti Alitalia per non distruggere il trasporto aereo italiano e licenziare migliaia di persone, è la lotta dei lavoratori dell’Ilva di Taranto per la riconversione e il diritto al lavoro che non può essere contrapposto alla salute e subalterno alle scelte della multinazionale di turno. È la lotta dei no-tav a difesa del territorio, è la lotta per la salute pubblica, l’istruzione e la casa per tutte e tutti e potremmo continuare… È la lotta contro lo sfruttamento, il profitto, le disuguaglianze e un modello che con la pandemia ha mostrato ancor di più l’ingiustizia su cui si fonda e la sua insostenibilità.
Una spinta propulsiva per unire le lotte e scrivere un presente e un futuro diverso che si esprime nella giornata di oggi a Firenze che vede le strade della città attraversate anche dal Pride e dalla marcia per la terra che da Firenze arriverà a Mondeggi. Un Pride rumoroso e critico del capitalismo, della normatività bianca, della mercificazione della vita animale, dello sfruttamento della natura non solo nelle sue risorse ma anche nella sua essenza, critico dell’uso della medicina e della psichiatria come strumenti del potere. Percorsi diversi che si intrecciano e incontrano in una lotta comune contro il capitalismo.
Di fronte al duro attacco al lavoro, ai territori, alla vita da parte del padronato e dei governi, di fronte alla necessità di sovvertire i giochi delle corporazioni, di rigenerare e riconvertire sistemi e relazioni, eliminare la gratuità del lavoro di cura e la precarizzazione delle vite, solo una risposta di massa e unitaria può cambiare i rapporti di forza. Insorgiamo!!!
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