Per il quinto anno consecutivo, torniamo al Lago che combatte
Chissà se gli Assalti Frontali lo sanno che proprio mentre domenica erano sul palco a cantare, il video della loro canzone dedicata al “lago che combatte” ha superato il milione di visualizzazioni su youtube.
Sinceramente, penso che a loro non importi molto, anche se è giusto sottolineare che tra i rapper della nuova generazione, esiste una sorta di regola non scritta sul fatto che sia proprio questo il traguardo che consacra un artista come “valido”.
Anche se fosse, Militant A e Pol G sono sempre stati fuori da tutte queste dinamiche competitive, ed il loro percorso dagli anni Novanta ad oggi lo dimostra.
Essere considerati validi o meno per i numeri che hanno fatto durante il loro percorso non è mai stata la preoccupazione principale, e forse è proprio per questo che dopo 30 anni di attività artistica sono ancora una delle band più amate di Roma.
L’obiettivo degli Assalti Frontali quest’anno non era raggiungere il milione di visualizzazioni, come fiore all’occhiello della loro spettacolare carriera, ma quello di aiutare il Forum Parco delle Energie, a sostenere tramite una sottoscrizione, l’apertura quotidiana e le attività di manutenzione del lago.
Un obiettivo che se raggiunto, realizzerebbe davvero il sogno di ergere il lago dell’ex Snia a “monumento” della comunità.
Dunque sul palco come 5 anni fa, con la stessa rabbia e voglia di giustizia, e di fronte a centinaia di fan che, come ogni anno, si ritrovano in quel prato a lato di via Prenestina per celebrare la nascita del lago naturale.
Una giornata di festa e di lotta, per rivendicare la piena riappropriazione in modo collettivo di questo pezzo di territorio, che grazie alla nascita del lago, mai più nessun imprenditore senza scrupoli potrà portarci via.
Centrale è stato quest’anno anche il tema del clima e la dichiarazione di guerra della Turchia contro il popolo Curdo.
La storia del lago
L’antica fabbrica Snia Viscosa (che trasformava cellulosa in seta artificiale) immersa in un parco al lato di Via Prenestina all’incrocio di Largo Preneste, fu violentata agli inizi degli anni ‘90 da un imprenditore che, truccando le carte del piano regolatore, iniziò i lavori per costruire un centro commerciale di sei piani in un’area non edificabile. Dopo qualche mese di lavori, le ruspe toccarono la falda sotterranea di acqua bulicante, e l’acqua uscì da sotto terra vendicando l’abuso perpetrato contro l’intera città.
Malgrado tutti i tentativi del disonesto imprenditore di togliere l’acqua, il lago è cresciuto negli anni con una vegetazione rigogliosa intorno, diventando punto di passaggio di decine e decine di specie di uccelli migratori, e trasformandosi così in un ecosistema miracoloso proprio dietro la Stazione Termini.
Da cinque anni a questa parte la collettività del territorio organizzato l’ha difeso e valorizzato.
L’obiettivo degli abitanti del quartiere è quello di ottenere tutele ampie e definitive per l’intera area e in più l’acquisizione al Demanio delle acque del lago, per poter così realizzare un grande parco naturale.
le foto e l’articolo sono a cura di Simone Nigrisoli