La marea dello sciopero trans/femminista cresce in tutto il mondo ma in Italia ci avviciniamo all’8 e 9 marzo nel contesto emergenziale legato alla diffusione del Covid-19.


Come sottolineato da Non Una di Meno a livello nazionale, il costo dell’emergenza ricade soprattutto su donne e lavoratrici. Inoltre, l’emergenza sta mettendo in luce la fragilità di un sistema che come unica risposta riesce a produrre un’informazione spesso contraddittoria e ad invitare all’autoisolamento.

Prendiamo molto seriamente l’invito alla responsabilità collettiva, sebbene la stessa non sia stata invocata con altrettanta forza davanti alla violenza strutturale che si esercita quotidianamente contro le donne e le soggettività Lgbptqia+.
Il blocco dello sciopero e le condizioni di emergenza sanitaria che riguarderanno anche Roma ci spingono quindi a rimodulare le iniziative previste cancellando il presidio alla Regione Lazio e il corteo del 9 marzo.
Non rinunciamo però a occupare le piazze e a portare nelle strade la nostra rabbia i desideri transfemministi.
Per questo, chiamiamo tutte a partecipare al flashmob “Lo Sfruttatore sei Tu” alle ore 12 in Piazza di Spagna.

 

Non Un* Di Meno, Non Un Grado In Più

contributi audio e video a cura di Marita Cassan

Lanciamo nella giornata dello Sciopero Globale Trasnfemminista del 2020 lo sciopero di genere e dai generi, dai consumi e dalle grandi opere per costruire alternative a questo sistema.
CON lo sciopero dei e dai generi pratichiamo la liberazione di tutte le soggettività e affermiamo il diritto all’autodeterminazione sui corpi contro le violenze, le patologizzazioni e psichiatrizzazioni imposte alle persone trans e intersex e contro l’abilismo che discrimina le persone differentemente abili.
Con lo sciopero dei consumi e dai consumi riaffermiamo la volontà di imporre un cambio di sistema che disegni un modo di vivere sulla terra alternativo alla guerra, alle colonizzazioni, allo sfruttamento della terra, dei territori, dei corpi umani e animali.

 

Verso il nuovo compleanno di Lucha Y Siesta, la casa delle Donne, sotto sgombero a Roma

Contributo audio a cura di Marita

 

Care sorelle, amiche e amici

Il momento è eccezionale e sono ore che discutiamo di come attraversarlo dandogli un senso condiviso. La coincidenza con la data dell’8 marzo rende difficile separare l’emergenza nazionale dalla mobilitazione internazionale per lo sciopero globale e tutte noi respiriamo lo smarrimento che circola rispetto alle prescrizioni del decreto del 4/3 e lo stupore per la velocità che la comunicazione pubblica può assumere senza una direzione e un obiettivo comuni.


Crediamo importante non alimentare alcun messaggio contraddittorio e continuare a curare, ora più che mai, i legami che rendono la nostra una comunità eterogenea e molto unita e alla quale oggi rivolgiamo tutte le nostre attenzioni.

Per questo a Lucha y Siesta abbiamo deciso di rimandare tutti gli eventi in cui non sia possibile garantire la “giusta distanza”. Ci sembra questa la miglior postura per favorire un clima di serenità nella quotidianità già stressata a sufficienza. Riteniamo doveroso lasciare ad ogni singola persona la libertà di scegliere il metro da adottare per sentirsi a proprio agio, convinte però che il ragionamento sulle ricadute sociali dell’attuale situazione non possa che essere collettivo e includente. Con la stessa responsabilità che ci porta a tutelare noi stesse e la nostra comunità, pensiamo sia fondamentale non cedere all’isolamento: il presidio permanente a Lucha rimane quindi aperto a chi abbia voglia di passare a prendersi cura della casa, portare solidarietà o cercare insieme il senso di comunità oggi messo duramente alla prova.