Dopo anni segnati da articoli e comunicati, presunti sgomberi,anni di picchetti e silenzi stampa, la trattativa tra Regione Lazio,Bankitalia,Municipio I,Comune di Roma, abitanti del palazzo di Viale Carlo Felice pare aver trovato una soluzione finale.

sans papiers
Bankitalia si riprenderà gli spazi di sua proprietà e lo farà, a quanto dichiarato, senza sgomberi eclatanti. 
Agli abitanti è stata offerta una soluzione temporanea per 2 anni,a carico dei soggetti istituzionali e del privato, dopo di che chi vivrà vedrà. 
Sicuramente, alla luce della violenza agita nei mesi scorsi nell’ambito di altri (numerosi) sgomberi, siamo sollevati dall’apprendere che l’uscita degli abitanti di Carlo Felice – circa 70 persone compresi bambini e casi di forte fragilità – verrà gestita con una certa serenità nell’operazione. 
Ma anche dietro questa “cortesia” riservata agli abitanti di Carlo Felice, si celano le storture che caratterizzano il momento attuale così come i governi locali e nazionali.
La nota positiva dei due anni cuscinetto per gli abitanti del palazzo, di certo non rappresenta una reale presa in carico della situazione da parte delle istituzioni, e anzi ne testimonia la totale incapacità di trovare soluzioni a lungo termine, e svela la chiara tendenza ad agire in un’ottica di emergenzialità, mettendo una toppa oggi,sapendo che un domani si ripresenterà molto probabilmente il medesimo problema. 

In tutto questo noi, collettivo del Csoa Sans Papiers e di RadioSonar, ci troviamo in una situazione molto delicata. 

La condizione posta dalla proprietà ai fini della buona riuscita della trattativa – per la quale lo stabile deve risultare totalmente libero (da persone e cose) il giorno stabilito per l’uscita e il trasferimento degli abitanti del palazzo nelle nuove case – ci ha portati a fare una scelta. 
Dolorosa, ma doverosa.
Di fronte al ricatto che la proprietà ci ha imposto, riteniamo fondamentale farci da parte per permettere agli abitanti del palazzo di strappare parte della libertà e serenità per la quale da anni lottano. 
Una libertà e tranquillità che certo non troverà risposta in un contentino di 2 miseri anni, ma che risulta preziosa in un momento,politico e sociale,delicato come quello che stiamo attraversando e soprattutto alla luce di una conquista,seppure temporanea, di diritti fino ad oggi a loro estranei. 

Non stiamo facendo un passo indietro.

In un momento di progressivo e inarrestabile smantellamento dei diritti dei più vulnerabili, rivendichiamo la decisione presa, se questa serve a garantire ai nostri vicini una condizione più tutelata e il godimento di qualche diritto in più, nell’ottica di una vita degna verso la quale anche noi, come collettivo e come radio, abbiamo sempre puntato i fari, facendone di fatto la lotta e il desiderio più forte. 
Rivendichiamo soprattutto ciò che ha rappresentato il Csoa Sans Papiers per il territorio di riferimento, per gli abitanti del quartiere e della Città, per coloro che negli anni lo hanno attraversato rendendolo vivo, per tutte quelle realtà che all’interno delle sue mura hanno realizzato insieme a noi iniziative, incontri, dibattiti, discussioni. 
Rivendichiamo il valore sociale e politico del nostro spazio. 
Un luogo che ha ricevuto l’importante sostegno di centinaia di artisti e innumerevoli realtà da tutta Italia durante questi anni e negli ultimi mesi precari e incerti, e per questo li ringraziamo di cuore.
Uno spazio sempre aperto alle proposte del territorio, un luogo che ha risposto in maniera reale alle esigenze e alle richieste di gruppi svantaggiati e continuamente attaccati come i migranti, studenti o disoccupati. 
Una realtà che ha camminato accanto a diverse altre, cittadine e nazionali, nella narrazione di importanti battaglie e vertenze. 
Che è stata al fianco, da sempre, ad esperienze lontane in termini geografici ma che sentiamo appartenerci da un punto di vista politico, etico e non ultimo umano: la lotta palestinese, la resistenza curda, l’esperienza zapatista e la lotta globale femminista, oggi baluardo di una coscienza e organizzazione di massa che traccia un solco fondamentale nella storia dei diritti umani e civili. 
Una Comunità che, anche se mutata nel tempo, ha sempre ribadito la sua contrarietà alle devastazioni ambientali e alla precarietà sempre più diffusa del mondo del lavoro, ha sempre sostenuto il Diritto all’Abitare e supportato le famiglie vittime di abusi in divisa. 
In un contesto in cui aumentano le disuguaglianze, vengono erosi i diritti sociali e attaccate le esperienze di lotta, il Sans Papiers è stato un argine al degrado culturale e alla solitudine per molte e molti che vivono la precarietà esistenziale tutti i giorni sulla propria pelle. 
Alla luce di questa rivendicazione, che sentiamo forte e chiara, abbiamo aperto una discussione con le istituzioni locali affinché si facciano carico di rispondere in termini concreti al patrimonio culturale, politico e sociale che a detta dello stesso I Municipio vale la pena tutelare e proteggere. 
Proveremo dunque a portare avanti un confronto con le istituzioni per l’individuazione e la concessione di uno spazio adeguato alle attività che vogliamo continuare a realizzare nel nostro territorio, che come più volte abbiamo raccontato, è sempre più vittima di una desertificazione culturale e sociale, dettata da chiari interessi politici ed economici. 

Nel frattempo l’esperienza radio continuerà ad essere più viva che mai, per la strada e dentro gli spazi amici, Radiosonar continuerà ad avere un ruolo importante nella vita della città e in quella di tutti coloro che ne fanno parte. Continueremo a diffondere messaggi antirazzisti, antifascisti e anti sessisti e a dar voce a tutte quelle esperienze che partecipano al bene comune e a farci crescere come individui, dalla musica ai libri oltre che a denunciare senza se e senza ma tutti gli abusi e le pratiche aberranti di chi invece vuole diffondere odio, paura e discriminazione.
E se il grande Capitale avrà vinto ancora una volta la battaglia contro i più piccoli, noi non ci lasceremo abbattere.
Non basta Bankitalia per incrinare la nostra determinazione a continuare ciò che abbiamo cominciato, ciò che abbiamo costruito, ciò per cui continueremo a batterci e impegnarci. 
Di sicuro, con la chiusura del Csoa Sans Papiers, Viale Carlo Felice non solo perderà l’unica luce a illuminare il buio di una strada lasciata a se stessa, perderà soprattutto una possibilità. 
Quella offerta dalle uniche cose in grado di rendere migliore le nostre città e le nostre vite: la socialità, le risate, la discussione, il confronto, la musica. 
In un’unica parola, la collettività. 
Potete imbavagliarla, disperderla, zittirla e ignorarla. 
Potete gettare semi di niente in quel deserto che state creando. Potete soffocare tutto l’entusiasmo che nasce spontaneo dal basso e coprirlo di grigio. Ma non riuscirete ad arrestare l’emergere di nuovi colori e possibilità.
sasnsE mentre rimarremo a guardare le nostre serrande diventare grigie e anonime, avulse e vuote, ci terremo in tasca e negli occhi una certezza che niente e nessuno può togliere a coloro che portano nel cuore il seme potente della Rivoluzione e del cambiamento. 
La certezza di essere dalla parte giusta, di aver fatto il meglio fino a qui e di essere parte di una Moltitudine che non lascerà mai spazio alla solitudine. 
Grazie a chi ci ha accompagnato fino a qui.
In alto, sempre, la nostra banda.
Csoa Sans Papiers / Radiosonar.net