4 December 2019  /  Tiedbelly

Ovvero come cullare un cuore spezzato…

Il natale si avvicina e già questa, per molti di noi, non è una gran notizia.
E’ un periodo in cui, atei compresi, le persone con un surplus di sensibilità provano un senso di depressione mista a rabbia e frustrazione. Ogni anno si ripropone la schizofrenia natalizia fatta da un lato di traffico, volti feroci che ti insultano da dentro una macchina nel mezzo di una fila che dura già da ore, fretta del diavolo e questa mescolanza irritante di :”Piango-miseria ma mi indebito per fare regali costosissimi“; dall’altro lato invece subiamo l’assalto dell’iconografia natalizia tutta bontà e gioia che non ci crede più manco er cane. In mezzo ci troviamo noi con i nostri bagagli personali di malumori, difficoltà, varie ed eventuali. Insomma, festa a parte, una bella merda. La puntata di questa settimana vuole provare a curare i cuori che iniziano ad infrangersi mentre il santo natale si avvicina, proponendo un ascolto che, nella biografia del vecchio Tiedbelly, risultò salvifico e curativo. Direttamente dalla discografia di Muddy Waters ecco a voi l’intera playlist di “The Folksinger“, album inciso nel 1963 e uscito nel ’64 nel quale – complice l’ impianto generale deciso a tavolino da Phil e Leonard Chess, insieme con Ralph Bass (che fu anche autore delle note di copertina) – Muddy Waters si cimenta con un repertorio classico presentato in modo da intercettare il gusto dell’epoca. Siamo in pieno folk revival e le glorie del primo Chicago Blues, che avevano sdoganato l’elettrificazione della musica diventando in breve i pionieri di quella nuova forma d’arte, vengono invitati a rivedere i loro repertori in chiave folk cioè acustica. Di tutte le uscite di quel periodo “The Folksinger” di Muddy Waters si staglia come l’opera più originale e intrigante. Un disco pieno di spazio e di silenzio, un interplay da farsela nelle braghe, un’interpretazione vocale talmente varia e ricca da poterla considerare il miglior corso per “Cantanti Blues” in erba in circolazione. Ma soprattutto l’arte di riuscire a fare qualcosa di bello anche quando del tutto aliena dalla direzione della tua urgenza di artista. A trovarne di gente che svolge così il compito che gli è stato assegnato.

Un disco per i cuori spezzati, con l’augurio che guariscano prima possibile.

La Discoteca del Diavolo del 04/12/2019 – Playlist!

  1. My home is in the Delta
  2. Long distance call
  3. My captain
  4. Good morning little schoolgirl
  5. You gonna need my help
  6. Cold weather Blues
  7. Big leg woman
  8. Country boy
  9. Feel like going home
  10. the same thing
  11. You can’t loose what you never had
  12. Ruckus Roboticus – Mannish boy (remix)