A Roma un nuovo sgombero a TOR Cervara

tor cervara

Questa mattina si è verificato l’ennismo sgombero nella zona di Tor Cervara, precisamente in un edificio in via Tallone dove avevano trovato rifugio parte degli sgomberati della Penicillina che sono, per la maggior parte, le stesse persone sgomberate per 3 volte da via di Vannina (l’8 e il 12 giugno 2017 e poi a Marzo del 2018) ed anche da via Raffaele Costi (settembre 2017).

Uomini e donne, italiane e straniere, trattati come veri e propri rifiuti.
Sulle loro vite e sui loro corpi abbiamo visto in questi mesi scagliarsi la peggiore propaganda razzista e securitaria, che ha tentato di descrivere queste persone come la causa di tutti i mali del quartiere, come generatori autonomatici di degrado,

Il 10 dicembre, abbiamo visto una delle operazioni di polizia più costose della storia, ben 277 mila euro , messo in campo per realizzare uno sgombero fittizio di 40 persone, le uniche rimaste nello stabile della Penicillina, essendo peraltro le più vulnerabili.

Circa un altro centinaio sono state provvisoriamente accolte nei centri comunali.
La restante parte, ossia le altre 400 persone che avevano lasciato l’immobile della Penicillina nei giorni precedenti allo sgombero non si sono dissolte nel nulla, non sono magicamente scomparse: sono state costrette a trovare rifugio in altri accampamenti informali per tentare di sopravvivere a questa persecuzione inumana ed indegna che tratta esseri umani come meri problemi di ordine pubblico.

Così ecco che il gioco dell’oca ricomincia ed, oggi, ci ritroviamo con l’ennesimo sgombero che riguarda sempre le stesse persone.

Gli occupanti di via del Tallone, italiani e stranieri, stavano provando da un mese ad aprire una vertenza su quel complesso di edifici dismessi che si sono trovati costretti ad occupare.
Si tratta dell’ennesima operazione di speculazione edilizia, con un complesso di immobili che, originariamente doveva ospitare la Guardia di Finanza e che poi è stato lasciato al completo abbandono.
Ieri abbiamo incontrato alcuni di questi occupanti per capire insieme come aprire una battaglia su quel luogo, come lavorare per riqualificarlo e per restituirlo alla collettività sotto forma di alloggi e di spazi ricreativi e culturali.

Oggi ci siamo ritrovati con la notizia di questo inutile sgombero, peraltro svolto in violazioni delle circolari del Ministero dell’Interno del 1 settembre 2017 e del 1 settembre 2018, perché nessun censimento delle vulnerabilità è stato effettuato nei giorni precedenti.

Oggi, questi uomini e donne che già hanno subito tante vessazioni e soprusi, si trovano per l’ennesima volta trascinati in via Patini, dove -come di consueto- rimarrano fino a tarda notte, salvo poi essere ributtati per strada in balia di loro stessi.

Siamo convinti che questo modus operandi sia criminogeno e disumano.
Siamo convinti che se si trattano enormi problemi sociali solo attraverso l’utilizzo di strumenti repressivi a pagarne le conseguenze siamo davvero tutti e tutte:
in primis, queste persone sgomberate per l’ennesima volta che vedono nuovamente calpestati i loro diritti e la loro dignità; in secondo luogo, tutta la comunità locale che vedrà semplicemente aumentare le tensioni al proprio interno.

Sgomberare e reprimere non farà scomparire centinaia di persone e non serve a tutelare nessun tipo di “sicurezza”.
Sgomberare senza soluzioni alternative genererà solo nuove occupazioni informali che, a loro volta, verranno sgomberate, in un circolo vizioso infernale messo in campo per mera propaganda ed attuato sulla pelle degli ultimi.

Di Alterego – Fabbrica dei Diritti