Zero il Folle tour rappresenta un ritorno al passato

Inizia a Roma il nuovo Tour di Renato Zero

Ma perché ti trucchi? Perché ti vesti da donna? Ti rendi conto che se ti mostrassi al pubblico più “normale” venderesti molti più dischi e avresti molti più fan?Certo che me rendo conto” rispondeva Renato, “ma non sarei me stesso”.

Queste erano le domande che i giornalisti ponevano negli anni 70 al giovanissimo Renato Zero, durante gli inizi della sua carriera, quando nessuno, e soprattutto nessun critico musicale di allora, riusciva a capire come mai un cantante così talentuoso facesse di tutto per essere ostile al grande pubblico.

Già, in un’Italia di paraculi, democristiani e raccomandati, dove la maggior parte delle persone erano disposte a tutto e si mostravano per ciò che non erano pur di ottenere un pizzico di potere, penso sia stato davvero difficile comprendere quell’atteggiamento di Renato Zero.

Ma nonostante tutto, a distanza di 50 anni da quelle domande, Renato è ancora là, in cima alle classifiche e con un tour in tutta Italia Sold Out, a dimostrazione del fatto che l’essere sé stessi e non scendere a compromessi nella vita a lungo andare paga sempre.
Perché Renato oggi non è solo una leggenda della musica, ma è un vero e proprio “rivoluzionario”, che ha sdoganato immagini, parole e concetti che ancora oggi sono difficili da accettare nella cultura di massa italiana.
Di questo bisogna dargliene atto, perché se anche i comunisti di allora erano “bigotti” quanto i democristiani, tanto da espellere dal partito chi tradiva la moglie, Renato cantava senza paura “il triangolo”, andando fuori da qualsiasi schema politico e sociale di quel tempo, e mettendosi proprio contro tutti.

IL CONCERTO

Zero il folle tour rappresenta un ritorno al passato, la nostalgia di quel che fu, un bisogno dell’artista di tornare ad essere “folle”.
Sul palco Renato ha sempre la stessa energia, la stessa voglia di essere rivoluzionario, e anche un po’ “rompicoglioni”.
Se la prende persino con il suo pubblico durante la prima serata, quando esce sul palco e si ritrova una folla di gente con in mano il cellulare. “
Siete venuti quì per vedere Renato o per fare i cameraman? Esordisce l’artista parlando in terza persona, “Smettetela con questa tecnologia che ci divide e distrugge le emozioni! Maestro, riprendiamo da capo.

E poi i balletti, i costumi, la coreografia, le coriste, l’orchestra, e il bisogno di fare sempre le cose in grande, perché grande è il suo valore e il suo coraggio, e questo Renato vuole sempre che traspaia.

a cura di Simone Nigrisoli