Gli Avvocati del Popolo e i prigionieri politici in Turchia.

Articolo a cura di Sara

Sabato 5 settembre in piazza dell’Esquilino a Roma si è tenuto un presidio contro la repressione in Turchia e in solidarietà alle prigioniere e prigionieri politici turchi, indetto dal Comitato Solidale Grup Yorum e dal Centro Culturale Berkin Elvan.

Ciorra Liliana membro centro culturale Berkin Elvan

A risuonare nella piazza come un eco indelebile sono i nomi di chi ha pagato con la vita la violenza di uno Stato autoritario.
La Turchia di Erdogan che attraverso le persecuzioni, la prigione, la tortura e la censura, mette a tacere il dissenso e calpesta la libertà e i diritti del popolo turco.

Era il 2013 quando a soli 15 anni Berkin Elvan venne ucciso dalla repressione del governo, durante le proteste di Gezi Park. Una brutalità destinata ad aumentare e a diventare legge dopo il tentato colpo di stato del 2016 e l’introduzione della legislazione antiterrorismo che ha permesso la persecuzione di attivisti, giornalisti, membri dell’opposizione, artisti e avvocati, così da minare anche la possibilità di difesa e di processi equi.
Helin Bolek, Ibrahim Gökçek, membri della storica band di ispirazione socialista Grup Yorum, Moustafa Koçak, prigioniero politico e Ebru Timtik, Avvocatessa del Popolo, colpevole come altri suoi colleghi di rappresentare quella giustizia che si batte per dare voce ai diritti degli oppressi. Sono morti perché chiedevano libertà di espressione, la fine delle persecuzioni e processi equi.  Lo sciopero della fame, ultima arma di resistenza, grido di giustizia per essere ascoltati fino alla morte. Ma il grido è montata e si è fatta vento che ha iniziato a soffiare in tutto il mondo, dove le persone si sono mobilitate chiedendo giustizia e unendosi alla resistenza dei prigionieri e perseguitati.

Pochi giorni dopo la morte dell’avvocatessa Ebru Timtik, è stato finalmente liberato dopo 213 giorni di digiuno il collega Aytac Unsal, la Cassazione ha ordinato la scarcerazione a causa del deterioramento generale delle sue condizioni di salute.

A fronte di questa vittoria, la lotta proseguirà finché le persecuzioni e le condanne non cesseranno e verranno liberati i tanti detenuti politici, avvocati, artisti che affollano le carceri turche e vivono in condizioni disumane.
Özgür Karakaya e Didem Akman, detenuti politici, membri del movimento Marxista-Leninista Fronte del Popolo, sono tutt’ora in sciopero della fame, chiedono un giusto processo e il miglioramento delle condizioni carcerarie. Per loro e per tutte le vittime della repressione, con Helin, Ibrahim, Moustafa e Ebru nel cuore la lotta prosegue…

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