Ascolta le interviste dal presidio all’aeroporto di Roma Fiumicino.

“Lavoro, diritti, dignità!” urlavano ieri i dipendenti Alitalia durante il presidio all’aeroporto di Fiumicino nel giorno in cui Alitalia ha spento i motori.

Anche oggi qui, mentre la nuova mini compagnia a capitale pubblico Ita inizia le operazioni di volo, perché la rabbia dei dipendenti contro i licenziamenti di massa e lo smembramento della compagnia esige risposte.

Sono loro, gli unici che negli anni, dalle prime privatizzazioni, hanno sempre denunciato non solo la mala gestione, testimoniata dai rinvii a giudizio di amministrazioni opportuniste, ma anche scelte politiche che sembravano sempre remare in una direzione: ridimensionare la compagnia di bandiera italiana e subordinarla agli interessi dei grandi vettori europei e delle low-cost.

Proprio quello che oggi si sta compiendo con la nascita di Ita, alleggerita di slot, aerei e soprattutto personale. Una valanga di esuberi che si abbattono lasciando a casa 8000 lavoratori più migliaia appartenenti all’indotto, nel nome di una discontinuità imposta dall’Europa che è di difficile comprensione dopo aver visto, oggi, decollare il primo aereo Ita con tanto di logo Alitalia, acquisito ad un prezzo stracciato dalla vecchia compagnia in amministrazione straordinaria.

Come se non bastasse, questa partenza è segnata da un precedente gravissimo per tutto il mondo del lavoro, costituito dalla gestione delle assunzioni nel ramo volo, dove un’ azienda a capitale pubblico non applica il CCNL e i diritti acquisiti, a persone con anni e anni di servizio, i quali per essere assunti devono passare per un periodo di prova e rinunciare a parte dello stipendio e delle ferie.
Mentre nessuna garanzia per i lavoratori dei rami handling e manutenzioni che saranno messe a bando.
Intanto, abbiamo già osservato abbattersi gli effetti nefasti di questo passaggio sui lavoratori Almaviva del call center di Palermo, che dopo 20 anni di servizio, non sono stati riassorbiti dal nuovo gestore, la società Covisian.
 La sola certezza in questo momento, come dimostrano anche altre vertenze aperte, è che questo è un Paese che rinuncia ad investire nel rilancio della propria economia e nell’occupazione. Le ripercussioni di queste politiche governative con regia UE, e la gestione della crisi Alitalia ne è proprio la riprova, si abbattono pesantemente sulla classe lavoratrice, determinando un impoverimento generale.
E allora si può solo continuare a lottare come continueranno a fare le lavoratrici e i lavoratori Alitalia per il lavoro, i diritti e la dignità!
Antonio Amoroso Cub Trasporti
David Passacantilli Air Crew Committe
Silvia Lavoratrice Alitalia , attivista Cub Trasporti
Mikaela Lavoratrice Alitalia – Amministrazione

A cura di  Sara per Radiosonar.net

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