Le lotte della Multiservizi: un settore produttivo di cui si parla poco ma che è fondamentale soprattutto nella fase di pandemia che da mesi stiamo vivendo
ascolta l’intervista a Marte a cura di Mari
Una categoria di lavorator* in lotta da molti mesi ma completamente silenziata, non inclusa neanche nella categoria di “eroi in prima linea” riservata a infermier* e medic*.
E invece in prima linea ci sono anche loro, con salari netti di non più di 5 euro all’ora, un contratto fermo da anni, orari notturni o comunque scomodi, la mano d’opera che sanifica e consente di accogliere negli ospedali, nei luoghi di lavoro e in tutti gli spazi che attraversiamo con i nostri corpi.
Un lavoro fatto soprattutto da donne, spesso migranti, che oltre ad accedere a scatti di anzianità più tardi rispetto ai colleghi maschi, spesso vivono molestie nei luoghi di lavoro popolati da persone che fanno fatica a scrollarsi di dosso il loro maschilismo.
Ci sono stati scioperi spontanei anche durante il lockdown, presidi e scioperi nelle ultime settimane.
Le lotte di questo settore non vengono prese in considerazione ma anzi per tenere in sicurezza la manodopera interna, per fare lavorare e sanificare gli stabilimenti, non si valuta che le cooperative multiservizi appaltano con committenze ad un ribasso salariale senza maggiorazione per la manodopera costretta a rischi molto alti, doppi turni e straordinari pesanti.
Eppure in questo periodo di emergenza è stato il settore che ha incrementato i profitti basandosi sulla necessità di prevenzione.
Se scorriamo i social le promo si sprecano per la ricerca del personale.
Da notare che anche se si rivolgono a tutt* le raffigurazioni riportano a caratteristiche femminili, alla “ cura” che è stato il trend di questa emergenza sanitaria. Perché anche in questo bisogna rispettare i ruoli stabiliti da sempre dal patriarcato. Se la donna riassetta e organizza, dentro i cantieri per chi è addetto allo scarico e carico si fa sempre riferimento ad un immaginario “maschile” per forza muscolare e per gestione di lavoro, riproducendo plasticamente ruoli e stereotipi di genere.
Il settore delle multiservizi sebbene sia ignorato e messo in un angolo sta sostenendo battaglie all’avanguardia non solo perché si discosta completamente dalla rappresentazione dell’operaio in produzione pur essendo essa stessa in una produzione che espleta servizi. Fa un salto ulteriore è meticcia, multilingue, interconnessa, rimette in discussione la riproduzione capitalistica della cura e allo stesso tempo quella padronale dei generi l’idea che – così è naturale – le donne puliscono!.
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