Transfemminonda 1.26 – Conosciamo la crisi economica, sociale e dei diritti.
A quando la crisi trasformativa?
Quella che non abbiamo esplorato collettivamente è la crisi trasformativa: l’ ideogramma dell’altra faccia della medaglia.
Quella che avrebbe potuto farci mettere in discussione il rapporto con i consumi inutili strappandoci di dosso l’incisione del codice a barre delle multinazionali on line, che fanno profitti mentre i facchini si ammalano nei capannoni della logistica
Quella che avrebbe potuto ricordarci che il modello predatorio di estrattivismo che ruba spazio alla natura e agli animali si ritorce contro con le mutazioni genetiche e i salti di specie
Quella che avrebbe potuto imprimere nella memoria collettiva il definitivo e irreversibile mai più la salute legata ai profitti
Abbiamo vissuto l’intreccio delle crisi, lo squarcio del velo e l’esplosione di ogni contraddizione senza cogliere il grande potere trasformativo della paura e della fragilità.
Abbiamo subito la semantica della guerra, degli eroi e della militarizzazione delle scelte.
Siamo stati catapultati nell’era dell’assenza di carnalità ma non abbiamo trasformato le nostre anime.
Eppure una possibilità ce l’avevamo e magari ce l’avremo ancora.
Si chiama cura e non ha bisogno dell’autocertificazione né dell’Esercito per le strade*
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