Un altro Centro Anti Violenza  in III Municipio: quando la politica è contro corrente.

Il nuovo centro anti-violenza di Via Titano a Roma sarà gestito da Lucha y Siesta.
Come la sinergia tra territorio e istituzioni possa cambiare il volto della politica.

Questa mattina l’inaugurazione in piazza Sempione con il Centro Donna L.I.S.A, da 28 anni nel Municipio punto di riferimento per le donne, le CLAP, la rete degli studenti, il presidente del Municipio Caudo, l’assessora e la presidente di commissione alle pari opportunità, Claudia Pratelli e Nastassja Habdank.

Un momento straordinario quello di oggi in III Municipio: l’inaugurazione del nuovo Centro anti-violenza di Via Titano, che sarà gestito da Lucha y Siesta mostra come è possibile fare rete nel territorio e con le Istituzioni. In piazza Sempione questa mattina per diffondere il più possibile la notizia dell’apertura di questo spazio (che rimarrà aperto anche in zona rossa) sì è visto come territorio e istituzioni lavorando in sinergia possono determinare una vera politica di qualità.

Lucha y Siesta, il Centro Donna L.I.S.A, da 28 anni presente in questo territorio, la rete degli studenti, le CLAP (Camere del Lavoro Autonomo e Precario) già operanti nel centro di Via Lucio Sestio, il presidente del Municipio Giovanni Caudo, Claudia Pratelli, assessora a scuola e pari opportunità, e Nastassja Habdank, presidente della commissione pari opportunità insieme per raccontare quello che vuole essere questo nuovo punto di riferimento per le donne, e come questo si inscriva nella necessità di far fare un salto di qualità alla politica.
Un passo che non può essere niente di meno che ritrovare il valore utopico di realizzazione di una cultura e di una società diverse, anche “alzando l’asticella del conflitto” – è stato lo stesso Caudo a dirlo – pur di restituire valore e sostanza alle nostre relazioni, uscendo da una “dimensione surrogata delle relazioni”, imparando a “rischiare, anche la perdita, la ferita”.
“La vera fuoriuscita dalla cultura patriarcale comincia da qui” – ha continuato – e “per le Istituzioni la fine della politica del consenso, per tornare a ricostruire comunità sulla base di un progetto”.

“Un progetto – ha continuato Claudia Pratelli, “ che non può che svolgersi in sinergia con chi lavora da sempre nel territorio”, dando pieno riconoscimento tanto a Lucha y Siesta quanto al Centro Donna L.I.S.A, e denunciando insieme la becera politica della sindaca Raggi, che “utilizza un emendamento alla finanziaria che avrebbe salvato la Casa Internazionale delle Donne, contro questa straordinaria esperienza, per metterla a bando”, mentre la questione della violenza di genere si fa sempre più abissale e strutturale: oltre alla crescita esponenziale dei femminicidi in questo ultimo anno – una donna ogni 72 ore – e proprio mentre scriviamo arriva la notizia dell’ennesimo femminicidio a Napoli – “il 70 per centro dei posti di lavoro persi sono di donne,” a parità di mansione una donna guadagna il 12 per centro in meno di un uomo, due dati che dimostrano come la violenza passi anche dallo sfruttamento, accompagnato dalla sottovalutazione, dall’umiliazione.

Questione che investe la politica, la società, la cultura, piani che non possono essere affrontati separatamente, come ha ricordato Daniela Amato del Centro Donna L.I.S.A, sottolineandone la nascita come frutto della battaglia del comitato per la difesa della 194, “una battaglia su cui ancora oggi non è possibile abbassare la guardia” – tanto che, ricordiamo, solo nel Lazio il 68 per centro dei ginecologi nega il diritto all’aborto – fino a dare vita a NUDM a Roma insieme a Lucha y Siesta, per poi raccordarsi a livello nazionale e Internazionale.

 

Un’altra delle infinite ramificazioni che si stanno moltiplicando e che solo facendo rete, al cui servizio devono stare le Istituzioni, potranno cambiare il volto di questa cultura e trasformare il sistema.

A cura di  ANNA MARIA BRUNI

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