Lucha Y Siesta 2.0 un laboratorio di progettazione partecipata

Podcast speciale a cura di Transfemminonda – video in collaborazione con Lab-tv

 

Audio della sintesi della due giorni a cura di Teresa Maisano

Un incontro intenso, emozionante, ricco di sfide, idee, progetti, dialoghi quello che si è svolto a Lucha y Siesta nelle giornate del 19 e 20 settembre

Le due giornate sono iniziate con un momento di autoformazione centrata sulla riflessione prodotta in questi anni dal movimento per i beni comuni nei vari luoghi, su come articolare il diritto a una città partecipata, aperta e solidale, e la riaffermazione dell’autonomia e dell’autodeterminazione degli spazi femministi e transfemministi che ridisegnano città solidali e partecipate, diritto alla città, contrasto alla violenza urbana.

Grazie a LAB TV  possiamo rivedere a questo link la diretta dell’assemblea di autoformazione

Durante la diretta potrete seguire in questo ordine gli interventi:

Chiara e Cristiana della Casa delle Donne Lucha y Siesta hanno aperto delineando il percorso di Lucha y Siesta verso il riconoscimento come bene comune transfemminista, tra costruzione dell’immaginario, pratiche e battaglie. “Non siamo in debito ma in credito” con le istituzioni. La casa ha risposto rilanciando senza chiudersi in una difesa spostando l’orizzonte più in là, con i piedi per terra e lo sguardo alle stelle riconoscendo l’importanza della legge sui beni comuni della regione Lazio ma anche cercando di praticare vie nuove e di andare anche oltre.

Maura Cossutta della Casa Internazionale delle Donne ha parlato della battaglia nazionale per il riconoscimento dell’evidenza pubblica per i luoghi delle donne e anche di quanto sia importante lavorare su quanto il femminismo e il transfemminismo portino all’interno dei percorsi di riflessione sui beni comuni.

Una scelta coraggiosa e controcorrente perché al di là dei passi in avanti ancora ci sono difficoltà e ritardi nel riconoscere l’idea di comunità e di gestione partecipata.

Maria Francesca De Tullio dell’Ex Asilo Filangieri di Napoli ha ripercorso l’esperienza sottolineando come sia partita da una riappropriazione spontanea di lavorator* dello spettacolo che si è trasformata in una comunità aperta che, attraverso la pratica assembleare ha messo lo spazio a disposizione della comunità. Gli spazi sono fondamentali per definire spazi di libertà e risposte a necessità. Le amministrazioni hanno troppo spesso messo a reddito gli spazi attraverso la vendita. A Napoli non si è chiesta la concessione ma il riconoscimento di quel percorso assembleare che aveva portato all’autogestione dello spazio stesso. Un percorso reso possibile dal coinvolgimento della città , di persone con ruoli tecnici e politici nella città

Emanuele Braga ha riportato l’esperienza di Macao a Milano, una città ancora più spinta sul progetto di svendita e di fare cassa con il patrimonio pubblico. La ricerca del comune è quella di ricercare partner forti determinando un piano pubblico progressista ma dal punto di vista materiale l’esclusione di chi non ha come obiettivo il profitto.

Fabio Giglioni ha raccontato il processo di costruzione della legge 10 del 2019 (*), amministrazione condivisa dei Beni Comuni della Regione Lazio, quanto si ricolleghi ad esperienze precedenti quali quella di Bologna e di altre città. Una legge che individua dei beni comuni come beni materiali e immateriali che soddisfano diritti individuali e collettivi riconosciuti come valore relazionale. Quello che riconosce la legge è l’amministrazione condivisa degli spazi. Questa legge riconosce che l’autorganizzazione può essere condivisa all’interno del patto di collaborazione

Giuseppe Mucciarelli dell’Osservatorio permanente dei Beni Comuni della città di Napoli e del Movimento dei Beni Comuni ha posto l’attenzione sull’importanza di questo incontro che mette insieme pratiche e parole femministe, transfemminste e dei beni comuni: cura, apertura, consenso. Nel suo intervento sono emerse le criticità delle leggi come la temporaneità della gestione, il tema della responsabilità e della sua risignificazione che la pandemia ci ha imposto, degli spazi vuoti. Le leggi approvate hanno il merito di giocare sull’inerzia delle città ma bisogna essere capaci di leggerle perché queste leggi non devono limitare ma liberare.

Abbiamo ascoltato l’esperienza a Milano dei progetti mutualistici, il percorso del patto di collaborazione, le dinamiche di autogestione nell’intervento di Tommaso Turolla di Ri-make

L’intervento di Ana Mendez, coordinatora del programma di Ahora Madrid ha aggiunto un pezzo importante nella tessitura di quella rete internazionale che unisce esperienze femministe e transfemminste a livello internazionale parlando di beni comuni, neomunicipalismo e femminismo.

Adriana Goni Mazzitelli, Professoressa di Urbanistica Partecipata all’Universidad di Montevideo in Uruguay, Coordinatrice di REACTOR usi civici in vuoti urbani e Silvana Pisano, Assessora all’urbanistica di Montevideo hanno parlato di come reinventare la città attraverso il codisegno dei commons, della Legge nazionale d’immobili vuoti, della Strategia di Accesso al Suolo Urbano e dell’esperienza del Programma di recupero di Fincas Abandonadas in Uruguay

Rivedi l’intervista raccolta da Annalisa Raimundo dell’agenzia Dire ad Adriana

Federica Giardini, Docente di Filosofia politica all’Università Roma Tre, Presidente del Comitato Lucha alla Città ha presentato l’inchiesta di automappatura della Casa delle Donne Lucha y Siesta.


Gruppo di lavoro 1: La Governance dei Beni Comuni

Il ragionamento collettivo del primo tavolo è partita da un approfondimento sugli aspetti amministrativi e giuridici della definizione dei beni comuni e dalla consapevolezza che questi costituiscono l’unica forte alternativa alla dialettica bando sì/bando no, pubblico/privato, rimettendo al centro la comunità che si organizza e che collettivamente si dà delle regole di condivisione e gestione diretta del bene che ha. Lo spazio fisico appartiene a tutt* e in questo senso si producono e si elaborano collettivamente degli strumenti di gestione aperti alla partecipazione di tutt*. Ambito fondamentale di discussione è la risignificazione del pubblico da un punto di vista femminista e transfemminista.

i video delle dirette del gruppo di lavoro

sabato

domenica mattina

 

Gruppo di lavoro 2: Verso il regolamento di autogoverno di Lucha 2.0: pratiche di una comunità femminista e transfemminista.

Il secondo tavolo ha approfondito, alla luce dell’esperienza maturata e rilevata dal processo di auto-mappatura promosso da Federica Giardini e Chiara Belingardi, i principi, le pratiche e le attività dell’ambizioso progetto Lucha 2.0. Quali sono i bisogni della città e della comunità territoriale rispetto alle politiche di genere? Cosa vorremmo includere nel progetto Lucha 2.0? come si sostiene economicamente il progetto?

Qui la diretta della sintesi del sabato e domenica mattina

Il Gruppo di lavoro 3 ha lavorato su: La parola pubblica, chiara e trasparente

Muovendo dall’esperienza dei due tavoli precedenti ci si è orientat* alla definizione di posture, pratiche e strategie comunicative che permettano di veicolare in maniera efficace la complessità del progetto. Il gruppo ha riflettuto sulla comunicazione interna: sulle pratiche di discussione interna per rendere il processo di partecipazione e fruizione dello spazio aperto e inclusivo, dai linguaggi, gli strumenti che si vogliono utilizzare per mantenere lo spazio fluido, aperto alla contaminazione, allo scambio, alla crescita, alla relazione.
Si riflette poi sulla comunicazione verso l’esterno: come rendere chiaro il processo all’esterno? come narrarlo e promuoverlo? come favorire lo scambio di idee e pratiche con esperienze vicine e lontane?

La due giorni è stata conclusa un fondamentale momento di discussione che è partita dalla condivisione del lavoro svolto nei gruppi tematici e si proietta verso le successive tappe del percorso di progettazione partecipata. Quanto elaborato durante i tavoli sarà infatti la base da cui partire per compiere insieme un lavoro di sintesi, confronto e ricerca di equilibrio che tenga conto degli aspetti giuridici e organizzativi senza rinunciare all’immaginario e ai desideri, essenziale. Quindi, per delineare i prossimi passi del percorso per arrivare alla Lucha y Siesta che vogliamo.

Diretta dell’Assemblea plenaria conclusiva

 

 

Galleria FOTO a cura di Giulia e Mari:

Link utili

Qui gli articoli e i contributi raccolti da Annalisa Raimundo per l’agenzia DIRE che ringraziamo per averci offerto la possibilità di pubblicare gli articoli

VIDEO | A Roma al via ‘Lucha y Siesta’ 2.0: verso il primo bene comune transfemminista

Ringraziamenti da parte di Lucha y Siesta a lab tv che ha garantito la possibilità che più di 6000 persone abbiano seguito in diretta l’incontro in un momento in cui l’autocura rispetto al Covid ha imposto un tetto nella possibilità di partecipazione fisica oltre che fornire una documentazione che può essere rivisitata

labmediaproduzioni@gmail.com

Ringraziamenti anche a noi di radiosonar che abbiamo ritrasmesso in crossposting da LAB TV

A cura di  Marita Cassan – Transfemminonda

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