Sciopero contro la guerra – ascolta i contributi audio dal corteo di Roma

Il 20 maggio lavoratrici e i lavoratori adesiscono in massa allo sciopero indetto dai sindacati di base contro la guerra, l’economia di guerra, i costi umani e sociali che essa produce, l’invio di armi che la alimentano e il diretto coinvolgimento del nostro paese nel conflitto ucraino.

Riascolta i contributi di:

Antonio Amoroso – CUB Trasporti

Fabiola Bravi  – USB Lavoro Privato

Donatella – Attivista Cobas 

Stefano D’Errico – Unicobas scuola

Una guerra che ci riporta verso blocchi contrapposti che si scontrano nella lotta per l’egemonia, le risorse energetiche e alimentari.

Per questo oggi i sindacati di base hanno chiamato alla mobilitazione contro il Governo Draghi e le sue politiche militariste e liberiste e le devastanti conseguenze economiche da esse prodotte che gravano enormemente sulla popolazione.
Contro l’asservimento del nostro paese alla Nato e un ulteriore prolungamento e allargamento del coflitto e contro la propaganda mediatica bellicista tesa a giustificare l’operato del Governo e gli interessi delle classi dominanti occidentali.
Tra uno stato emergenziale dopo l’altro, il nostro Governo ha completamente esautorato il parlamento e calpesta la costituzione (l’art. 11 sancisce che l’Italia ripudia la guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali) e il volere popolare (tutti i sondaggi mostrano come la popolazione è per maggioranza contraria all’invio di armi).

Per fermare il riarmo e scegliere la diplomazia, unica via verso il cessate il fuoco. Per la spesa sociale, per chiudere i rubinetti al getto continuo che sta ingrassando l’industria delle armi, questo chiede la classe operaia e i settori popolari oggi scesci in piazza in tutta la penisola.

Rompere gli ingranaggi che causano guerra, sfruttamento, impoverimento e devastazione è l’obiettivo del fronte operaio, così come ci hanno mostrato i portuali di Genova e Salonicco, gli aeroportuali di Pisa e tutte e tutti coloro che lottano per i diritti e contro le politiche che impoveriscono la collettività in nome del profitto come mostra il ddl concorrenza, ultimo atto verso le privatizzazioni selvagge dei servizi e lo smantellamento del comparto produttivo che ha reso questo paese terra di bottino per le multinazionali.
Per fermare la guerra, i sindacati di base hanno chiamato a raccolta lavoratrici, lavoratori, associazioni e organizzazioni pacifiste, antimilitariste, realtà sociali e tutte le persone che ritengono necessario invertire la rotta… La strada è lunga ma percorrerla è l’unica alternativa.

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