QUEERzionario 1.27 – L di legge Zan e molto di più
Non un passo indietro
Oggi 15 maggio mobilitazione nazionale.
Nello spazio di QUEERzionario (la rubrica che ci narra il significato delle parole di tutto il nostro meraviglioso arcobaleno) oggi leggiamo il documento che chiama a questa mobilitazione.
La violenza strutturale del sistema colpisce persone trans*, non binarie, intersex, queer, lesbiche, bisessuali, gay, poliamorose, asessuali e aromantiche e chiunque, pur non riconoscendosi in queste parole, si sottragga alla norma eterosessuale e alla divisione binaria uomo/donna socialmente imposta.
Una violenza agita da un intero sistema e non solo da singoli individui omolesbobitransintersexAfobici.
Si traduce in esclusione, bullismo, discriminazioni nel mondo del lavoro, patologizzazione e psichiatrizzazione nei percorsi di affermazione di genere, imposizione di mutilazioni genitali alla nascita, pratiche di cosiddetta riconversione, disuguaglianza economica, stigmatizzazione dei lavori sessuali, esclusione sociale, riproduttiva e genitoriale, incapacità di accoglienza nei luoghi istituzionali, non riconoscimento, invisibilizzazione, violenze, aggressioni fisiche e trans*cidi
La moltiplicazione di luoghi di rifugio e dei percorsi di fuoriuscita dalla violenza patriarcale è urgente e non più rinviabile.
Il DDL, come spesso succede nella giurisprudenza italiana, non è partito dall’ascolto attento delle elaborazioni transfemministe e da quelle della comunità LGTBQIPAI+ e quindi risulta spesso ambiguo.
Abbiamo l’urgenza di una legge specifica sull’Identità di genere che possa avere al suo interno, come in tanti paesi europei, la cancellazione definitiva delle pratiche di patologizzazione, psichiatrizzazione riconoscendo l’autodeterminazione e il consenso informato nei percorsi di affermazione di genere. Una legge che vieti definitivamente, in linea con la risoluzione del parlamento europeo del 14 febbraio 2019, le mutilazioni genitali di bambinə intersex tese a imporre modelli genitali binari.
Una legge che veda l’inserimento dei percorsi di affermazione di genere specifici per persone minori di età e con varianza di genere, e che l’approccio anche in questo caso sia orientato alla depatoogizzazione, e al consenso informato, all’allargamento di centri su tutto il territorio che effettuino realmente questi percorsi,e che sia anche di supporto e formazione per i genitori che attualmente sono lasciati soli.
Una legge che vada a cancellare la 164/82, che è una legge sulla transessualità e non sull’identità di genere. Questa nuova legge deve andare anche a cancellare la visione binaria e psichiatrizzante delle recenti determine AIFA sulla gratuità dei farmaci per i percorsi di affermazione di genere.
Non esiste nessuna «fobia», l’odio è un problema sociale e va risolto con cambiamenti sociali. La violenza non è un’opinione!