QUEERzionario 3.10 – G di giornalismo
o meglio … del giornalismo nostrano e delle sue narrazioni violente, invisibilizzanti, patriarcali e sessiste
Tra le diverse violenze di stato non possiamo tralasciare quella che è tutta dentro il mondo dell’informazione.
Il giornalismo troppo spesso in questo paese, quando si tratta di lotte transfemministe, LGBTQIAPK+, dellu lavoratoru del sesso, delle persone razializzate o di quelle disabili e tutte quelle forme di vita tenute volutamente ai margini di un sistema che continua a imporre le sue norme sociali, assume le forme di strumento di invisibilizzazione delle lotte, di propaganda delle norme del sistema e/o o di costruzione di vere e proprie fake news.
Spesso si pensa che questi articoli pubblicati, o trasmessi per radio o televisione, siano violenti per mancanza di formazione da parte del giornalismo, invece la realtà dei fatti è che c’è una precisa scelta nel dare le notizie con un taglio distorto.
I primi responsabili sono certamente i direttori che spesso chiedono una narrazione volutamente errata e violenta con un linguaggio che nasconde, cancella, invisibilizza.
Da questa modalità propagandistica non sono rimasti immuni nemmeno gli articoli scritti subito dopo il corteo di NUDM di Roma di questo 26 novembre.
Al microfono Eva della redazione di QUEERzionario e TRANSfemmINonda
QUEERzionario 3/12/2022 – G di Giornalismo
Foto di copertina di Greta Lilli
- Sudor marika Las invertidas in sigla e la zanzone Occupiamola con l’accompagnamento delle Murghe registrata nell’azione di STREGHitudine a fine corteoFoto