22 March 2024  /  Heliaha, Mari, Erika

In questa puntata siamo in dialogo con Giulia Heliaha Di Loreto autora del libro Animalità tradita, Le radici dello specismo edito da ORTICA EDITRICE nella collana Gli Artigli

 

Giulia Heliaha Di Loreto si occupa da dieci anni di filosofia antispecista, con un approccio antropologico e comparativo. Attivista antispecista radicale e vegana dal 2013, ecofemminista, politeista.

Il libro, pubblicato recentemente, analizza il rapporto millenario che ha caratterizzato gli esseri umani e gli altri animali, e l’oppressione specista attraverso un filtro filosofico e antropologico, dalla preistoria fino ad oggi

Quali sono le radici del nostro rapporto con le altre specie animali?

Troppo spesso dimentichiamo che la nostra identità si è formata in quanto parte integrante di un’animalità più estesa. Siamo cioè animali molto più di quanto saremmo portati a pensare. L’impiego della classificazione binaria, che erge l’essere umano ad unico animale dotato di intelligenza, pensiero, linguaggio e anima, ha sancito un punto di rottura ontologico senza precedenti, contribuendo a quella che fu una scelta politica di progressiva esclusione degli altri animali dalla sfera del riconoscimento sociale e comunitario.

Gli esseri umani, così come l’antropologia, l’archeologia e l’arte ci mostrano, si sono da sempre interrogati circa le proprie origini. Questa indole conoscitiva ha una lunga storia, non sempre lineare, che si confronta perennemente con la costruzione della nostra stessa identità.

Si tratta dello stupore raggelato di fronte a ciò che fa irruzione improvvisamente nella nostra vita “sapiente” sfuggendo del tutto alle maglie del sapere. La filosofia nasce dunque come una strenua lotta per guadagnare comprensibilità là dove sembra es-servi solo un terrificante caos.

Quando ancora gli ecosistemi non erano antropizzati né, tanto meno, industrializzati, la vastità della “natura” e la propria esistenza in stretto contatto con ogni tipo di vita, erano allo stesso tempo causa di meraviglia e orrore.

L’animale, e cioè l’insieme simbolico di tutte quelle soggettività altre dall’umano, doveva essere percepito e pensato come vero e proprio monstrum: qualcosa di indefinito, qualcuno da temere, da cui stare alla giusta distanza, che era spaventoso e prodigioso al tempo stesso.

A differenza delle società moderne, quelle arcaiche vivevano in territori che l’uomo non aveva ancora consistentemente manipolato per mera utilità e sfruttamento: gli ecosistemi riempivano fieramente ogni tipo di landa, costituendo un insieme compatto e assai diversificato, specie in termini di biodiversità.

Cosa si è conservato e cosa è stato perduto nel corso del tempo, fino ad arrivare ad oggi? Addentrarsi nella storia, analizzando pensieri, simboli e pratiche, ci permette di ripensare e risignificare il presente.

Prossime presentazioni a Roma:

23 marzo h 18:30 presso libreria Antigone 

24 marzo presso Capra Libera tutti

 

TRANSfemmINonda  – Animalità tradita: le radici dello specismo

Pixies – Que Sera, Sera

Ekaterina Shelehova – Savage Daughter

SKÁLD – Troll Kalla Mik

Keny Arkana – La Rage