Lavoratrici e lavoratori Alitalia davanti al MEF per respingere il piano Ita – non un passo indietro, tutti a bordo!

Nonostante la notizia di una prima intesa tra UE e Governo rispetto all’accordo per la nascita della nuova Ita, che dovrebbe prendere il posto di Alitalia, la partita non è ancora giunta alla fine.

Interventi di: Cleofe Tolotta – USB, Luigi Pasquale lavoratore di Terra, David Passacantili ACC, Antonio Amoroso – segretario nazionale Cub Trasporti, Daniele Operaio e Daniele AV – Tutti a bordo, comitato no al piano Ita

Lo sanno bene le Lavoratrici e i Lavoratori che da mesi stanno portando avanti una dura battaglia contro la distruzione della nostra compagnia di bandiera.

Hanno occupato piazze, dato vita a cortei spontanei, assemblee, creato connessioni con i lavoratori in lotta di altri settori industriali in crisi e dato vita ad un Comitato (Tutti a bordo – No al piano Ita) che si pone come obiettivo quello di rafforzare l’unità e la partecipazione dei lavoratori rispetto ai processi decisionali che li riguardano. In piazza, i sindacati di base e le associazioni di categoria che portano avanti la vertenza dei lavoratori (Cub, Usb, Acc, Navaid) per un piano veramente alternativo e una compagnia pubblica e unica.

Il progetto Ita resta quello che prevede, oltre al dimezzamento della flotta e del personale, lo smembramento della compagnia con cessione dei rami handling e manutenzione e parte degli slot di Linate.

Un regalo alla concorrenza, che riempirà gli spazi lasciati da Alitalia, a fronte di un investimento da parte dello Stato di 3 mld di euro che non è chiaro a cosa servano senza un rilancio.

La perdita di un settore strategico e redditizio per un Paese ad alto afflusso turistico come il nostro, oltre 6000 licenziamenti (senza contare l’indotto) con una ricaduta sociale non indifferente: questo riguarda tutte e tutti e non solo chi lavora in Alitalia.

Non resta che continuare ad opporsi  a chi chiede ai lavoratori e ai contribuenti di pagare ancora il conto delle cattive gestioni aziendali per garantire gli interessi sia di padroni nostrani che in questi anni hanno fatto affari sulla crisi Alitalia, sia naturalmente quelli delle compagnie che hanno un peso maggiore all’interno delle dinamiche concorrenziali tra i Paesi europei. La lotta prosegue!

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