“É sempre difficile essere una donna, per questo abbiamo bisogno di un movimento femminista”
Femministe: Ritratti di un epoca (Feminists: What were they thinking) è un documentario diretto da Johanna Demetrakas che ci porta indietro nel tempo al momento in cui le donne aprirono un varco nella storia grazie alla seconda ondata del femminismo in America. Johanna trae ispirazione da una serie di scatti fotografici, “Emergence”, di Cynthia MacAdams.
Con questa raccolta di fotografie, l’artista non voleva semplicemente entrare nella vita di donne che hanno lottato, combattuto, sono cadute e poi rialzate per i propri ideali, per poter cambiare lo stato delle cose, ossia rivendicare a voce alta i propri diritti, ma voleva, soprattutto, immortalare il loro cambiamento dopo la nascita del movimento femminista. Cynthia voleva capire se, attraverso la fotografia, fosse possibile rendere visibile a tutto il mondo questa trasformazione.
Le protagoniste di questo documentario sono attiviste, scrittrici, cantanti e attrici, tra cui: Funmilola Fagbamila – professoressa degli studi Pan-African, Jane Fonda – attrice, produttrice televisiva, attivista e modella), Lily Tomlin – attrice e comica, Michelle Phillips – cantante, cantautrice e attrice, Laurie Anderson – musicista, Sally Kirkland – attrice, Judy Chicago – artista femminista, Kate Millett – scrittrice e attivista femminista, Meredith Monk – compositrice, cantante, regista, coreografa e ballerina, Lili Haydn – violinista rock, cantante, attrice e compositrice, Phyllis Chesler – scrittrice, psicoterapeuta e professore emerita di psicologia e studi sulle donne, Margaret Prescod – attivista, autrice, giornalista e conduttrice radiofonica, Wendy J.N. Lee – scrittrice e regista, Cheryl Swannack – produttore cinematografic.
Queste donne raccontano il movimento femminista degli anni ’70 e la loro evoluzione arrivando a diventare parte di una comunità unita, una sorellanza attraverso i soprusi subiti, l’infanzia, l’educazione dei genitori, la maternità, l’aborto e la consapevolezza di ciò che volevano essere realmente.
I loro racconti illuminano sulle grandi conquiste sociali di quel momento storico: nel lottare per i propri diritti le donne hanno creato una nuova cultura e dato vita a nuove istituzioni. E quelle istituzioni delle donne devono essere tramandate per far si che rimangano stabili nel tempo. Con la dolcezza, tipica di una donna, di una mamma, di una sorella, di una nonna, spiegano l’importanza di spostare il punto di vista generale e generalizzato di un mondo prettamente “maschile” verso l’universo femminile. Fin dalla notte dei tempi la donna cerca di ristabilire equilibrio là dove c’è conflitto.
“Essere donna diventa parte primaria della tua identità, è per questo che ti uccidono”
Le parole delle protagoniste vogliono far riflettere su una dicotomia che persiste ancora oggi: le tematiche del sessismo e la liberazione individuale. Per le donne ci sono stati molti cambiamenti fino ad oggi ma c’è ancora molto da fare. Ho seguito questo documentario totalmente rapita dall’attivismo, dall’entusiasmo e dalla dedizione di queste grandi donne, un mondo diverso e più equo è possibile nonostante gli impedimenti che troveremo lungo la strada. Si può superare qualsiasi cosa e affermare la propria identità, ma è anche necessario insegnare alle generazioni future come superare questi impedimenti con fiducia, proprio come hanno fatto queste donne.
É possibile cambiare il mondo creando un sistema di solidarietà con le nostre battaglie!
Femministe: Ritratti di un’epoca” è stato in parte finanziato dalla International Documentary Association e anche da una campagna di crowdfunding che ha raccolto oltre 75 mila dollari.
“..quella ragazza che sapeva chi era e avrebbe tenuto testa a chiunque e che non sapeva dire bugie..quella parte è stata sepolta in molte donne, ma non è scomparsa, non è andata perduta, è finita sotto tutto il resto, e l’obiettivo della nostra vita è riportarla alla luce.”
(Jane Fonda)
A cura di Nella Cinderella
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